Il virus non accenna a frenare la sua corsa al contagio in tutto il mondo. Sono quasi 24 milioni le persone che negli Stati Uniti hanno contratto il Sars-CoV-2, stando ai dati della Johns Hopkins University. Gli Usa contano ormai 397.600 decessi dall’inizio della pandemia.

Brasile

In Brasile, terzo Paese al mondo per casi di Covid dopo Usa e India, sono cominciate le vaccinazioni. È stata un’infermiera 54enne di San Paolo, Monica Calazans, la prima cittadina a ricevere una dose, dopo che le autorità hanno dato il via libera al vaccino Oxford-AstraZeneca e al cinese Sinovac. Il totale delle vittime di Covid-19 nel Paese è di 209 mila persone e 8,4 milioni di infezioni, rispettivamente il secondo e il terzo dato al mondo nella classifica.

Giappone e Cina

Grave situazione anche in Giappone. Gli ultimi dati ufficiali diffusi dalle autorità sanitarie confermano la tendenza al rialzo dei contagi in tutto il Paese. Degli oltre 5.700 nuovi casi registrati, ben 970 riguardano pazienti con sintomi gravi. Perciò si è reso necessario il ricovero massiccio nelle unità di terapia intensiva. Nella capitale Tokyo, dove il numero dei ricoveri è stato di 1592, il sistema sanitario è vicino al collasso, con il quasi 100% dei posti disponibili già occupati. In Cina, intanto, si tocca quota 109 casi per il sesto giorno consecutivo. Il governo di Pechino ritiene di aver individuato il Coronavirus su un gelato prodotto nella Cina orientale, che è stato ritirato dal mercato.

Australia

Il virus non ha risparmiato, come è noto, neppure l’Oceania. E ora l’Australia sta valutando seriamente l’ipotesi di chiudere le frontiere agli stranieri per tutto il 2021. Le autorità di Canberra ritengono utile che i confini dell’Australia rimangano chiusi nell’ottica di proteggere il Paese dal Coronavirus che potrebbe giungere da fuori. Lo ha annunciato il ministro della Salute australiano Brendan Murphy, ribadendo restrizioni ai confini e l’obbligo della quarantena negli hotel per tutto l’anno. Nonostante l’avvio delle vaccinazioni contro il Covid-19 e il fatto che le compagnie aeree abbiano riaperto alle prenotazioni per i viaggi internazionali a partire da luglio, Murphy ritiene che il rischio di riaprire i confini rimarrebbe troppo grande.