Crisi di governo alla sfida finale, Conte in Senato: “Qui a testa alta, la politica è chiamata alla propria missione”
Dopo la fiducia alla Camera ora tocca a Palazzo Madama per il voto decisivo
Il presidente del Consiglio ha riferito in Senato, stamani 19 gennaio, sulla crisi di governo. Dopo i 321 voti con cui l’esecutivo ha ottenuto la maggioranza assoluta alla Camera, ieri 18 gennaio, adesso è la volta della sfida più difficile. “Posso aver sbagliato – ha detto Conte – ma sono qui a testa alta”. Dopo il discorso del premier – che ha ricordato Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci scomparso oggi – ci sarà il dibattito. Quindi le dichiarazioni di voto prima del responso dei senatori nell’urna. Duello aperto con Matteo Renzi, il “senatore di Firenze” che, con le dimissioni delle ministre Bonetti e Bellanova, e del sottosegretario Scalfarotto, ha di fatto aperto la crisi.
Ore 16:19 – Per Italia Viva ha parlato nel pomeriggio la senatrice Teresa Bellanova, una delle ministre dimissionarie del governo. “Riuniremo il nostro gruppo prima del voto, ma l’orientamento unanime è quello dell’astensione – ha dichiarato -. Non votiamo no perché il nostro progetto non era mettere in discussione il perimetro della maggioranza”.
AGGIORNAMENTO ORE 12:51 – Riprenderà alle 13:35 la seduta nell’aula del Senato per le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’intervallo è necessario per consentire la sanificazione dell’aula dopo quattro ore di dibattito. Molto atteso l’intervento di Matteo Renzi, che dovrebbe parlare attorno alle 15:30. Il discorso di Matteo Salvini è invece atteso prima di cena, nelle dichiarazioni di voto. Il voto dell’Aula del Senato per la fiducia o meno al Governo Conte dovrebbe arrivare attorno alle 20:30.
Partita difficile
Ma al Senato la partita appare più difficile: raggiungere quota 161, la maggioranza assoluta dei senatori, è al momento considerato un miraggio. Italia Viva conferma la scelta di astenersi ma alla maggioranza basterà un voto in più delle opposizioni per vincere questo round, poi si volterà pagina e sarà tutta da scrivere. A Palazzo Madama prenderanno la parola Teresa Bellanova e lo stesso Matteo Renzi: “Non c’è stata volontà di costruire una agenda condivisa”, è l’invettiva di ieri di Ettore Rosato nei confronti del premier. Il pallottoliere di Palazzo Madama continua a essere mobile: le stime oscillano tra i 154 voti a favore del governo fino a quelle più ottimistiche che prefigurano quota 158.
“Pandemia, governo all’altezza”
“Agli inizi 2020” – ha detto il premier, riprendendo il discorso fatto ieri a Montecitorio – il progetto del governo, un progetto nel quale “c’era visione, forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia” si è dovuto “misurare con la pandemia”. Una realtà che “ha sconvolto in profondità la società e la dinamica stessa delle nostre relazioni. Affrontiamo una sfida di portata epocale, si vivono paure primordiali, più spesso conosciute da generazioni del passato.” “Torniamo a sentirci profondamente fragili, alcune certezze radicate sono state poste in discussione. Ci siamo misurati quotidianamente come mai in passato con scienza e tecniche, con la difficoltà a fornire risposte efficaci e rapide”.
“Si è aperta una crisi, sento molto disagio”
“Lo scorso 13 gennaio in una conferenza stampa sono state confermate le dimissioni delle ministre – ha ricordato Conte -. Si è aperta una crisi. Che deve trovare qui la sua soluzione, secondo i canoni essenziali di una democrazia parlamentare. È una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro Paese. Tante famiglie soffrono per la perdita dei propri cari. L’ho confessato ieri: ho confessato di sentire un certo disagio. Sono qui per provare a spiegare una crisi di cui non ravviso alcun plausibile fondamento. Agli occhi dei cittadini le ragioni appaiono dissipate in contrappunti del tutto incomprensibili a chi si misura con la pandemia, con l’impoverimento.”
“Rischiamo di perdere il contatto con la realtà”
“C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. Abbiamo compiuto ogni sforzo per evitare che questa crisi potesse esplodere. Questa crisi ha provocato profondo sgomento nel Paese, fatto ancora più grave. Ha attirato anche l’attenzione dei media internazionali. Non si può cancellare quello che è accaduto. Non si può pensare di recuperare quel clima di fiducia. Adesso si volta pagina. Questo Paese merita un governo coeso dedito a lavorare e tempo pieno per la ripartenza. I compiti sono molteplici tutti urgenti. Il piano dei vaccini sta procedendo a ritmo serrato, siamo i primi in Europa. Recovery plan, il Parlamento ha il Piano. Un pensiero di ringraziamento per le associazioni che rappresentano le categorie produttive. Voglio ringraziare il sindacato. e mi rivolgo a loro direttamente: state contribuendo a rafforzare il paese.” “È difficile governare con chi, continuamente, dissemina mine sul percorso di chi costruisce equilibri difficili”.
Italia Viva: “Astensione per il dialogo”
Sul fronte di Matteo Renzi e di Italia Viva si registra fin da subito la presa di posizione dell’ex ministra Maria Elena Boschi, capogruppo dei deputati renziani. Boschi ha spiegato che la scelta dell’astensione, già presa alla Camera, ha l’obiettivo di “tenere aperto un canale di dialogo: al premier la decisione se coltivarlo o reciderlo”. E se al Senato il presidente del Consiglio non avrà i 161 voti necessari “dovrebbe riflettere sulle dimissioni”, ha sottolineato Maria Elena Boschi.