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Addio a Emanuele Macaluso, storico dirigente del Partito comunista

Aveva quasi 97 anni ed era ricoverato a Roma per problemi cardiaci

Emanuele Macaluso è morto nella notte fra ieri e oggi 19 gennaio. Lo storico dirigente comunista avrebbe compiuto 97 anni il prossimo 21 marzo. Oltreché uomo politico, Macaluso è stato giornalista, scrittore e sindacalista. È morto all’ospedale Gemelli di Roma dove era ricoverato in seguito a problemi cardiaci aggravati dai postumi di una caduta.

L’ultimo articolo su Facebook

Nato a Caltanissetta nel 1924, fu esponente del Partito comunista sin dai tempi bellici della clandestinità. Palmiro Togliatti lo chiamò a far parte della segreteria nazionale e Macaluso ne divenne uno tra i più giovani componenti. Il 1 maggio del 1947 fu tra i testimoni della strage di Portella della Ginestra in Sicilia, quando il bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla uccidendo 11 lavoratori e ferendone molti altri. Nel 1982 divenne direttore de L’Unità, il quotidiano del Partito comunista. Presente su Facebook con la sigla “EM.MA in corsivo” ha scritto il 21 ottobre scorso il suo ultimo articolo, intitolato “Il confronto che ci serve”. Viene ricordato da chi lo ebbe come direttore all’Unità come colui che “sfrondava le questioni andando al nocciolo. Riusciva sempre a cogliere l’intima essenza delle cose e poi su quello era capace di costruire la polemica, il confronto, la riflessione con mirabile arguzia e profondità”.

Il cordoglio di Conte e Sassoli

L’Aula del Senato, prima di ascoltare l’intervento del premier Conte, oggi 19 gennaio, ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Macaluso. Il momento di raccoglimento è stato seguito da un applauso unanime dell’Assemblea in piedi. “Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso – ha detto Giuseppe Conte – credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”. Ma anche il presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli ricorda il politico scomparso. “‘Se non scrivo i miei pensieri mi sento morire’, ripeteva. E così Emanuele Macaluso ha lavorato, riflettuto, fino alla fine dei suoi giorni. Diciamo addio a un pezzo importante di storia della sinistra italiana. Storia politica, culturale, ideale nel senso più nobile della parola”.

“Un pezzo di storia della Repubblica”

“Ho incontrato Macaluso solo negli ultimi anni della sua vita, apprezzando lo straordinario esempio di cultura, ironia, vis polemica. Un grande siciliano, una perdita per la sinistra italiana”, dice il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. “Mi mancherà Emanuele Macaluso. Un uomo di rara intelligenza, impegnato fino all’ultimo a dare la sua lettura del mondo e dell’Italia. Un pezzo di storia della Repubblica che ci lascia” è il ricordo del ministro della Salute Roberto Speranza.

“Parole e politica per cambiare il mondo”

“Ciao Emanuele, ciao compagno, ciao maestro – scrive sui social il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando -. Sei stato quello che dovrebbe essere sempre la sinistra, popolo e pensiero, indignazione e speranza, riscatto e realismo. Le parole e la politica sono state le tue armi per cambiare il mondo e tu puoi dire che hai saputo cambiarlo”. “Ho conosciuto Emanuele Macaluso alla presentazione di un documentario sui minatori siciliani a Montecitorio – commenta Roberto Fico, presidente della Camera -. Il suo intervento su lavoro e giustizia sociale fu intenso e appassionato. È stato un protagonista assoluto della politica. Ci mancherà il suo sguardo libero e lucido“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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