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Crisi di governo, Conte da Mattarella: “Allargare la maggioranza”. Usa, Biden firma 17 ordini esecutivi: obbligo di mascherina anti Covid e distanze sociali

Il premier ha riferito al capo dello Stato e adesso cerca di rafforzare l'esecutivo

Allargare la maggioranza di governo. È una corsa contro il tempo quella del premier Giuseppe Conte per rafforzare l’esecutivo dopo la risicata fiducia ottenuta in Parlamento. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricevuto il presidente del Consiglio. Oggi 21 gennaio vedrà i leader del Centrodestra che gli hanno chiesto udienza. Negli Stati Uniti, intanto, dopo il giuramento, il neo presidente Joe Biden ha già firmato 17 ordini esecutivi. Fra cui l’obbligo di indossare sempre la mascherina nei luoghi pubblici e di rispettare il distanziamento sociale. Ma anche la cancellazione del Muslim Ban e lo stop alla costruzione del muro alla frontiera col Messico.

Italia, governo in piedi ma più debole

Prima allargare la maggioranza con un nuovo gruppo, poi patto di legislatura e infine un rimpasto con l’ingresso di nuovi ministri e sottosegretari nel governo. Questa la road map concordata da Giuseppe Conte con i vertici delle forze di maggioranza. Il tutto all’indomani del voto di fiducia al Senato, ancor più risicato di quello ottenuto alla Camera. Pd, M5s e Leu, senza più l’apporto di Italia Viva, si trovano a sostenere un governo indebolito. E oggi al Quirinale saliranno i leader di Lega, Fdi e Fi. Il Centrodestra fa appello al capo dello Stato perché, dicono, “l’Italia non può andare avanti con un esecutivo raccogliticcio”. Nel tardo pomeriggio del 19 gennaio lo stesso Conte è salito al Quirinale. Sarebbe stato un incontro “interlocutorio”, durato circa 50 minuti, quello che ha avuto con Mattarella. Il premier ha riferito al presidente della Repubblica degli sviluppi della crisi politica. Consapevole che il capo dello Stato sollecita da tempo “una rapida uscita dalla situazione di crisi”.

Stati Uniti, cambia tutto: Biden non perde tempo

A fronte di un cammino accidentato per la politica nostrana, fra trappole parlamentari, chiarimenti istituzionali e tentativi di puntellare la maggioranza, negli Usa marciano a passo di guerra. Il neo presidente Joe Biden ha firmato 17 ordini esecutivi nel giorno stesso del suo insediamento, l’Inauguration Day del 20 gennaio. Rottamate molte decisioni di Trump. Scatta l’obbligo di mascherina negli edifici federali. Ma anche il rientro nell’accordo di Parigi sul clima, la revoca del Muslim Ban. Quindi lo stop all’oleodotto Keystone e la fine della dichiarazione di emergenza per dirottare fondi alla costruzione del muro col Messico.

Blocco pignoramenti e stop esecuzioni

La presidenza Biden inizia dunque nel solco di una rottura pressoché totale con l’era Trump. Al fine di superare “i danni più gravi” provocati dal suo predecessore. E consentire al Paese di “andare avanti”. Tra le altre decisioni del neo presidente, spiccano il ripristino della protezione di alcune riserve naturali. Il blocco dei pignoramenti per milioni di americani in difficoltà economiche a causa della pandemia. Siglati anche due decreti sull’eguaglianza razziale e sullo stop alle esecuzioni federali, ripristinate dal presidente uscente dopo una pausa di 17 anni. Biden intende inoltre sottoporre al Congresso degli Stati Uniti una riforma dell’immigrazione. Quest’ultima aprirà di nuovo a milioni di stranieri senza permesso di soggiorno sul territorio Usa un accesso legale alla cittadinanza.

Covid, gli Usa rientrano nell’Oms

Joe Biden ha revocato, inoltre, la decisione dell’amministrazione Trump di lasciare l’Organizzazione mondiale della Sanità. “L’Oms svolge un ruolo cruciale nella lotta mondiale contro la mortale pandemia di Covid-19, nonché contro innumerevoli altre minacce alla salute globale e alla sicurezza sanitaria – ha scritto Biden in una lettera inviata a tutti i diplomatici statunitensi nel mondo -. Gli Stati Uniti continueranno a essere un partecipante a pieno titolo e un leader mondiale nell’affrontare tali minacce e nel promuovere la salute e la sicurezza sanitaria globali”. Il 46º presidente americano cancellerà infine il permesso per la costruzione del Keystone XL. Si tratta di un maxi oleodotto di 1.900 chilometri che ha un costo di circa otto miliardi di dollari. La notizia ha allarmato immediatamente il Canada e, soprattutto, la provincia dell’Alberta dove si concentra l’industria petrolifera del Paese.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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