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Scuola, come sarà la Maturità 2021? L’ipotesi di un maxi orale. Ma l’ammissione non è garantita

A breve sarà definito l'esame finale del ciclo di studi superiori in tempi di Covid

Conto alla rovescia per la definizione di come si svolgerà, quest’anno, l’esame di maturità scolastica. Sarà come nel 2020, l’anno del Covid? Siamo ancora in piena pandemia e occorre tenerne conto. La decisione ufficiale del ministero dell’Istruzione non è ancora arrivata ma gli indizi cominciano a essere abbastanza chiari. Non sono attesi cambiamenti profondi. Niente prove scritte, e punteggio che si baserà più del solito sul curriculum dello studente. L’ipotesi chiave è quella di un maxi esame orale. E quest’anno potrebbe non esserci l’ammissione garantita.

Cosa cambierà

L’unico vero cambiamento potrebbe infatti riguardare l’accesso alla prova finale. Non ci saranno più, probabilmente, ammissioni generalizzate come lo scorso anno. Sul tavolo della ministra Lucia Azzolina, però, non manca una soluzione di riserva, non ancora scartata. Ovvero una Maturità un po’ più strutturata e complessa rispetto al solo esame orale. La partita è ancora aperta ma va chiusa a breve, come ha sottolineato Azzolina stessa, citata dall’agenzia di stampa Ansa.

Gli scenari possibili

La cosa quasi certa è che l’esame, viste le difficoltà incontrate dalle scuole anche quest’anno, sarà ancora una volta semplificato. Lo scenario più realistico, dunque, vede la riproposizione di un colloquio orale sufficientemente lungo, di circa 60 minuti. All’interno però ci saranno anche delle prove pratiche, per compensare l’assenza della prima e della seconda prova scritta, troppo difficili da gestire in tempi di pandemia. Una sorta, dunque, di maxi esame orale. L’idea che circola al ministero è di farlo svolgere in presenza, e in sicurezza rispetto alle norme anti Covid.

Il voto finale

Anche l’articolazione del voto di maturità dovrebbe ricalcare quella dello scorso anno. La maggior parte del punteggio verrebbe attribuita al rendimento scolastico dell’ultimo triennio delle superiori (nel 2020 si poteva arrivare all’esame con un massimo di 60 crediti), il resto si giocherebbe durante l’orale (nel 2020 c’erano in ballo 40 punti). Il Ministero ha messo allo studio anche un’opzione alternativa. All’orale, in questo caso, verrebbe aggiunta una prova scritta ma non si sa se, nel caso, quella d’Italiano o la seconda prova (diversa a seconda degli indirizzi). Una strada, questa, caldeggiata da alcuni pezzi della maggioranza di Governo ma che sarebbe un altro esperimento.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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