Il nostro Paese sta fronteggiando giornate complicate per quanto riguarda la campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus. Alla tarda sera del 20 gennaio le regioni avevano ricevuto complessivamente 1.558.635 dosi di vaccini. Di queste 1.250.903 già somministrate (pari all’80,3% del totale). C’è però il ritardo, i cui effetti si stanno manifestando da questa settimana, causato dal forte rallentamento di Pfizer-BioNTech nella fornitura. Un ritardo che ora rischia di aggravarsi, e le cui motivazioni, relative alla difficoltà di produzione a livelli così intensi, restano in parte non del tutto chiare.
Appello a mettere da parte le dosi
A oggi, secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, solo 9.160 persone in Italia hanno completato il ciclo vaccinale con le due dosi. Ci sono però altri 13.534 cittadini che avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose e che non l’hanno potuta ancora ricevere. “Tenendo conto dei possibili ritardi di consegna, anche comunicati last minute come nel caso di Pfizer – ha spiegato il presidente Nino Cartabellotta – è fondamentale che in questa fase le Regioni accantonino i vaccini per la somministrazione della seconda dose“. Dal canto suo Pfizer ha precisato che farà di tutto per rientrare appieno nei parametri di fornitura come concordati col nostro Paese già dalla prossima settimana. Ma le sorprese potrebbero non essere finite.
Varianti del virus, lotta contro il tempo
Dall’altra parte della Manica, intanto, gli scienziati di Oxford si stanno preparando a produrre rapidamente nuove versioni del loro vaccino. Questa volta l’obiettivo dichiarato è combattere le varianti emergenti di Covid-19 più contagiose scoperte nel Regno Unito, in Sud Africa e in Brasile. A riferire la notizia è il quotidiano The Telegraph. Si tratta di varianti che si sono già diffuse nel mondo. Come quelle inglese, secondo l’Oms presenta in oltre 60 Paesi del pianeta. Il team di ricercatori che ha lavorato al vaccino di Oxford e AstraZeneca sta intraprendendo studi di fattibilità per riconfigurare una tecnologia innovativa, ha riferito The Tepegraph, citando una conferma dell’Università di Oxford.
Allarme Ema sullo “scenario peggiore”
Dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) arriva inoltre la segnalazione di un rischio. Quello che Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell’Ema, definisce lo “scenario peggiore”. Se gli attuali vaccini anti-Covid dovessero dimostrarsi inefficaci nel contrastare una o più varianti del virus, potrebbero servire mesi prima di rimpiazzarli. Per ora, comunque, si segnalano la variante inglese, quelle sudafricana e brasiliana, e un’altra in California. Allungando lo sguardo al mondo extraeuropeo è da notare che Pechino, la capitale della Cina, è in parziale lockdown. Si tratta di circa 1,6 milioni di persone sotto nuove misure restrittive. La lotta al Covid continua. E ora l’Unione europea attende un forte slancio globale dalla nuova presidenza americana di Joe Biden.