È uno dei borghi più belli d’Italia, ma anche uno tra i più fragili, arroccato così com’è sullo sperone di roccia in tufo. Civita di Bagnoregio è una piccola frazione del Comune di Bagnoregio nel Lazio, al confine con l’Umbria ed in provincia di Viterbo. “La città che muore” – così definita dallo scrittore Bonaventura Tecchi – è immersa nella splendida Valle dei Calanchi e ancora oggi rappresenta una delle mete più visitate dai turisti, nonostante non ci viva quasi più nessuno.
Si tratta di un luogo a dir poco affascinante, sia d’estate illuminato dai raggi di sole, sia d’inverno avvolto da coltri di nubi che lo rendono surreale, magico. Di origini etrusche e medievali, Civita di Bagnoregio è raggiungile tramite un ponte pedonale di 600 metri che collega la collina più vicina alla porta d’accesso. Lungo il percorso è possibile ammirare un paesaggio davvero mozzafiato.
Proprio allo scopo di valorizzare e salvare questo piccolo gioiello italiano, il Consiglio esecutivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha deliberato la candidatura di Civita di Bagnoregio nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il progetto è promosso dalla Regione Lazio e dal Comune di Civita di Bagnoregio, a cui ha collaborato il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
“La candidatura di Civita di Bagnoregio – ha detto il Ministro della Cultura Dario Franceschini – è il giusto riconoscimento della sinergia tra i diversi attori del territorio, tra pubblico e privato, per il conseguimento del primo, importante passo verso l’iscrizione di questo sito straordinario nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Ora è importante che il lavoro condiviso fin qui prosegua fino al raggiungimento del risultato, che premia un paesaggio culturale di enorme valore e bellezza”. Attendiamo quindi con fiducia il 2022, anno in cui è previsto l’esito.
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