Giorno della memoria, le parole immortali di Liliana Segre: “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”
Il ricordo della storia per: "non odiare più, da lì è iniziato tutto"
Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo il Giorno della Memoria. Si fa riferimento a questa data perché nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa riuscirono a liberare i sopravvissuti dei campi di concentramento di Auschwitz, quei pochi che avevano resistito alle angherie e alla brutalità. Ricordare la Shoah significa non spegnere mai la memoria di quello che è stato; la storia di un popolo, la narrazione delle radici, permette alle generazioni future di conoscere, comprendere e non replicare gli errori del passato. Liliana Segre, senatrice a vita e superstite di quella terribile e indicibile pagina di storia, ha fatto della divulgazione la propria missione: in più occasioni ha potuto raccontare il proprio vissuto e chiedere alle platee: “di non odiare, perché da lì che è iniziato tutto”.
Liliana Segre: la testimonianza della Senatrice all’Università La Sapienza di Roma
“Dai ragazzi, dagli studenti ho ricevuto molto più di quanto io abbia saputo dare in questi trent’anni. Sono arrivata qui avendo provato il contrario della cultura da parte di un popolo che è invece stato maestro della cultura europea; filosofi, scrittori, musicisti e poeti eccelsi. La domanda è perché? Il perché non risolto di come quel popolo sia riuscito a esprimere musiche meravigliose, e che poi invece siano successe quelle cose nell’Europa di allora. Ho visto città in fiamme e bombardate, gente ferita e umiliata, gente che ricostruiva. Quando sono stata al Parlamento Europeo, vedere l’Europa unita, vedere quelle bandiere tutte insieme, dopo così tanti anni di pace, mi ha fatto sentire che tutti facevano parte di quell’unione, Non si è parlato di odio”.
“Quando sono entrata in Senato l’unica cosa che potevo fare era combattere tutto quello che ha segnato per sempre la mia vita. L’odio è iniziato dalle parole, in maniera grottesca e vergognosa e poi si passati dalle parole ai fatti. Non c’è limite all’odio né all’indurre ad odiare, tantissimi possono essere i modi, le ragioni. I ragazzi sono straordinari, hanno la forza della vita e della scelta, è bello insegnare loro a non odiare”.
L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza