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Mario Draghi accetta l’incarico per formare il governo tecnico

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Mario Draghi, è il suo giorno. Da tanti evocato, da molti temuto, è sempre stato il “convitato di pietra” di questa crisi di governo. Adesso però la svolta. È lui il presidente del Consiglio incaricato dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che lo aveva convocato per stamani 3 febbraio. L’ex governatore della Banca centrale europea è arrivato qualche minuto prima delle 12 per il colloquio fissato al Quirinale. E vi è rimasto per un’ora e mezzo.

Le parole di Draghi

“Ringrazio il presidente della Repubblica, è un momento difficile – ha dichiarato Draghi dopo l’incontro col capo dello Stato -. Il presidente Mattarella ha ricordato la drammatica crisi sanitaria e i suoi effetti. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione. Vincere la pandemia, fare la campagna vaccinale, rilanciare il Paese sono le sfide. Abbiamo a disposizione le risorse dell’Unione europea, abbiamo la possibilità di fare molto. Con grande rispetto mi rivolgo al Parlamento. Emerga l’unità. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni“. “Il presidente Mattarella ha conferito l’incarico di formare il governo. Il professor Draghi si è riservato di accettare”, aveva dichiarato poco prima il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti.

M5S, Taverna: “Unica strada le elezioni”

“Ringraziamo il presidente Mattarella per aver pazientemente guidato questa grave e insensata crisi, ma ribadiamo che non voteremo un governo tecnico guidato da Mario Draghi”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook la senatrice M5s Paola Taverna, vicepresidente del Senato. “Riteniamo che l’unica strada giusta sia quella delle elezioni anticipate. I cittadini devono poter scegliere chi dovrà risollevare le sorti di questo nostro Paese”, aggiunge. Già nella mattinata di oggi il capo politico del M5S, Vito Crimi, aveva precisato che i pentastellati non sosterranno alcun governo tecnico.

Il Pd: “Draghi non basta, va aiutato”

Non basta dire è arrivato Draghi, viva Draghi: bisogna dargli una mano a individuare e affrontare i nodi, altrimenti non si fa un buon servizio né a lui né al Paese”. Ne è convinto il vicesegretario Pd, Andrea Orlando, secondo il quale “ci sono similitudini con il governo Monti ma anche differenze: Draghi come Monti è una personalità che proviene dal mondo economico”. Ma “la differenza è di quadro: oggi il punto di partenza è più semplice”.

Renzi e Salvini, posizioni diverse

“Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi – afferma sui social il leader di Italia Viva, Matteo Renzi -. Ora è il tempo della sobrietà. Zero polemiche, Viva l’Italia”. “Mi pare molto difficile sostenere un governo di questo tipo”, dice invece Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e parlamentare di Liberi e Uguali, ad Agorà Rai Tre. Il problema per la formazione di un nuovo governo “non è il nome della persona – precisa dal canto suo Matteo Salvini -. E io l’ho anche detto a questa persona”. Secondo Salvini “il punto è che cosa vuole fare e con chi”. Silvio Berlusconi accoglie con soddisfazione il ruolo di Draghi ma Forza Italia si riserva di valutare le parole e le proposte dell’uomo che potrà diventare il nuovo premier.

Il presidente Mattarella con Mario draghi al Quirinale
Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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