E’ tutt’ora in attesa di essere processato Yunice Abbas, il capo della banda di sessantenni che nell’ottobre del 2016 mise in atto quella che venne chiamata “la rapina del secolo”. Ne fu vittima Kim Kardashian, a Parigi per la settimana della moda. Il suo libro però è appena uscito nelle librerie francesi. Titolo: “J’ai sèquestrè Kim Kardashian”, “Ho sequestrato Kim Kardashian”.  Da giovedì 4 febbraio tutti potranno sapere cosa successe veramente. Non è chiaro perché un uomo che deve ancora finire davanti al giudice abbia deciso di mettere tutto nero su bianco. Di confessare il proprio crimine senza neanche provare a difendersi. Probabilmente perché sa che così avrà successo e avrà l’opportunità di fare soldi puliti.

Ecco ciò che accadde veramente nell’autunno 2016. Kim si trovava sola in un lussuosissimo albergo della capitale francese. La sua guardia del corpo non c’era ‘perché stava accompagnando Kendall Jenner e la sorrellastra maggiore Kourtney Kardashian in un locale alla moda. Mentre faceva il bagno, entrarono nella sua suite uomini vestiti da poliziotti, tra cui Yunice Abbas. Sequestrarono Kim e la sua assistente. Le legarono e poi le  rubarono gioielli, tra cui diamanti, per nove milioni di dollari. La star dei social si spaventò moltissimo, psicologicamente ne portò le conseguenze per mesi e mesi.

Yunice Abbas: “Non avrei mai torto un capello a Kim Kardashian”

 

Yunice Abbas ha raccontato qualcosa in anteprima al transalpino Closer di quel piano che portò a un bottino ancora mai ritrovato. Ha spiegato di come, venuto a conoscenza del viaggio di Kim nella capitale francese, avesse fatto con i “compagni di rapina” sopralluoghi intorno e dentro al grande albergo. “E’ stato facile”, queste le sue parole. “Cosa c’è di più rassicurante delle persone anziane, tanto pacifiche quanto anonime, per raccogliere più informazioni possibili sul posto?”. Ha confessato poi che, mentre fuggivano in bicicletta per le strade di Parigi, hanno rischiato di perdere la refurtiva. Un bottino che comprendeva due orecchini con grandi diamanti di Loraine Schwarz, due bracciali di Cartier e una collana d’oro di Jacob. E ancora che, una volta impossessatosi del telefono della ragazza, ha ricevuto una telefonata della cantante Tracy Chapman. “Non riuscivo a crederci! Pensavo di avere le allucinazioni”.

Comunque Yunice Abbas non è orgoglioso di aver fatto una cosa del genere. In “J’ai séquestré Kim Kardashian” fa capire di essere pentito, cercando anche una sorta di perdono da parte di Kim. Alla quale, ha dichiarato più volte, non avrebbe comunque mai fatto del male.