Primo pianoStorie e Personaggi

Safer Internet Day, sempre connesso un ragazzo su 5. I consigli degli esperti, i rischi per i più piccoli

Gli adolescenti denunciano il cyberbullismo ma scoprono anche l'impegno sul clima

Si celebra domani 9 febbraio il Safer Internet Day, la giornata internazionale per la sicurezza sulla Rete. Si tratta di un momento di riflessione sul web, le sue opportunità e i suoi pericoli. Un evento istituito dalla Commissione Europea. L’appuntamento, all’insegna dello slogan Together for a better Internet, quest’anno cade appunto il 9 febbraio, con numerose iniziative da parte di istituzioni pubbliche e aziende.

Anche 5 ore al giorno di connessione

Una data particolarmente importante perché, con l’emergenza sanitaria della pandemia di Covid, il digitale ha inciso notevolmente sulla vita delle ragazze e dei ragazzi in tutto il mondo. Sorprendenti i risultati di una ricerca realizzata da Skuola.net e università di Firenze e Roma per Generazioni Connesse, progetto cofinanziato dalla Ue. Dai dati emerge che 6 adolescenti su 10 dichiarano di passare più di cinque ore al giorno connessi alla Rete.

E qualcuno non si stacca mai

Appena 12 mesi fa – quindi prima del lockdown per il Coronavirus – i ragazzi con una lunga permanenza sul web erano solo 3 su 10. Adesso questa cifra è letteralmente raddoppiata. Ma non basta, perché, stando ai risultati della ricerca, un ragazzo su cinque si dichiara “sempre connesso”. Per il ministero dell’Istruzione, la giornata mondiale di quest’anno assume una valenza ancor più significativa. “L’emergenza sanitaria ha inciso sulle abitudini degli adolescenti italiani – si precisa – e, in particolare, sull’approccio al mondo virtuale e al digitale. La comunità scolastica italiana ha offerto risposte tempestive ed efficaci, riorganizzando le attività formative con soluzioni innovative anche attraverso forme di Didattica digitale integrata (Ddi). E mettendo al centro di una nuova ‘alleanza’ la sinergia con famiglie, imprese e istituzioni.

Cyberbullismo ma anche Climat Change

Il ministero dell’Istruzione, insieme a diversi partner, promuove diversi eventi a livello locale e nazionale. Si va dai webinar ai laboratori digitali. E dalle dirette con esperti alla presentazione ufficiale delle nuove Linee di orientamento del ministero per la prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Per il 59% degli studenti interpellati per la ricerca Generazioni connesse, gli episodi di cyberbullismo sono aumentanti. Non mancano dati positivi, per fortuna. In questi mesi, attraverso la rete e la condivisione dei contenuti, è cresciuto l’impegno sociale di studentesse e studenti nei confronti di temi rilevanti come il Climate Change e il Global Warming o, ancora, il movimento Black Lives Matters. Il 53% dei partecipanti dichiara di aver usato i social per impegnarsi a sostenere queste cause.

Tik Tok e Instagram, i social più amati

Gli adolescenti frequentano molto i social network per informarsi, ma anche per condividere foto e raccontare le loro vite. Il 64% dei minori italiani tra gli 11 e 14 anni dichiara di utilizzare TikTok, mentre il 60% Instagram. A usare Tik Tok sarebbe anche il 17% dei bambini tra i 6 e i 10 anni, mentre il 14% utilizza YouTube e il 9% Instagram, anche se l’età minima per utilizzare queste piattaforme è di almeno 13 anni. Inoltre, il 6% dichiara di aver scambiato foto personali tramite i social e il 30% di aver dato il proprio numero di telefono a sconosciuti. Sono questi alcuni dati che emergono dall’indagine Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web realizzata dall’Istituto Piepoli per il Moige (Movimento Italiano Genitori), su un campione di circa 1.200 minori. Inchiesta presentata proprio in occasione del Safer Internet Day.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio