Made in Italy: Giorgini l’artefice dell’atto di nascita della moda italiana
Giovanni Battista Giorgini è stata una figura cardine nello sviluppo della moda del Bel Paese. Lui impose lo stile italiano nel mondo ed ebbe il merito indiscusso di scoprire il grande potenziale dell’artigianalità italiana e della tradizione sartoriale che avrebbero potuto diventare un marchio da esportare. Nei vari interventi della conferenza saranno esaminati infatti i rapporti tra l’esportazione dell’artigianato artistico, di cui Giorgini si occupava fin dal 1923 e l’immediato successo della moda italiana il cui export, in un solo anno, passò dai 125 mila dollari del 1950 a 1,5 milioni del 1951. Nel decennio dagli anni Cinquanta ai Sessanta l’esportazione di maglieria crebbe da 364 mila a oltre 18 milioni di dollari. Nello stesso periodo il settore delle calzature salì da125 mila dollari a oltre 23 milioni. Una grande rivincita per il Made in Italy promosso da Giorgini.
Neri Fadigati, Presidente dell’Archivio Giorgini, ricorda così l’illustre nonno con un commento in esclusiva a Velvet Mag di grande emozione:
“Mio nonno, Giovanni Battista Giorgini, nacque nel 1848 a Forte dei Marmi. I suoi antenati provenivano da un antico lignaggio aristocratico lucchese. A sua volta il nonno di Giovanni Battista Giorgini era un Senatore, Giurista patriota e fu l’artefice della Legge sull’Unità d’Italia. Giovanni Battista ricevette il suo nome proprio da questo suo antenato e si sentì investito del compito di valorizzare l’Italia all’estero. Proprio per questo intraprese la carriera di esportatore, ma sarebbe riduttivo pensare che il suo fosse un ruolo da semplice figura di compratore. Giovanni Battista Giorgini promuoveva l’immagine, il nostro stile di vita, la nostra cultura in terra straniera. Lui ebbe il merito di creare una rete di clienti tali, per cui il suo lavoro fu talmente importante da rilanciare l’economia italiana del dopoguerra. Basti pensare che già dagli anni Venti vendeva gli argenti alla Tiffany di New York.”
Ed ancora: “Negli anni Cinquanta e Sessanta, con il favore degli americani, continuò la sua attività commerciale inserita nel piano Marshall. Oltre a ciò Giorgini è stato un uomo molto importante in Italia perché ha avuto un rapporto sempre privilegiato con gli Stati Uniti. La moda italiana non nasce perché un signore all’improvviso decide di fare una sfilata in casa propria, ma è un progetto molto più ampio di promozione del Paese che mio nonno coltivava da anni. Lui fece qualcosa di davvero innovativo: al tempo nemmeno a Parigi si presentava così la sartoria. Giovanni Battista ebbe anche il merito di inventare la famosa passerella a T, usata per la prima volta proprio a Firenze.”, conclude Fadigati.
Made in Italy: Giorgini una figura emblematica della moda italiana
Giovanni Battista Giorgini ebbe quindi il merito indiscusso di comprendere pienamente le potenzialità della moda italiana, allora pressoché sconosciuta nel mondo. Prima 1951, infatti, tutto si svolgeva a Parigi. La straordinaria intuizione di Bista, così era chiamato Giorgini, fu che quell’immagine o quel prodotto, per ristabilire il nome dell’Italia all’estero dopo il dopoguerra, avrebbe potuto essere la moda. Una moda italiana da inventare quasi da zero, perché l’egemonia del fashion all’epoca era tutta dell’ haute couture francese, capeggiata da Christian Dior e Jacques Fath.
Giorgini portò nove nomi dell’alta sartoria a sfilare con le loro creazioni a Villa Torrigiani: Carosa, Fabiani, Simonetta Visconti, Emilio Schuberth, le Sorelle Fontana, Jole Veneziani, Vanna, Noberasko e Germania Marucelli. Per il pret- a-porter Emilio Pucci, Giorgio Avolio, “La Tessitrice dell’Isola” e Mirsa. Il concetto di valorizzazione del Made in Italy, promosso da Giorgini, fu ribadito persino nel biglietto d’invito per la sfilata del 12 febbraio 1951 che recitava: “Lo scopo della serata è di valorizzare la nostra moda. Le signore sono perciò vivamente pregate di indossare abiti di pura ispirazione italiana”. L’intraprendenza di Giorgini, la qualità dei prodotti, la reputazione dei compratori e l’appoggio di alcuni giornalisti negli anni come Irene Brin, che per Harper’s Baazar pubblicizzò l’evento oltre oceano, decretarono il successo dell’iniziativa. La sfilata ebbe un eco davvero eccezionale, perché a partire da quel momento si iniziò veramente a parlare di moda italiana.
Giorgini ebbe anche il merito di lanciare a Firenze l’allora diciottenne romano Roberto Capucci, che conquistò subito l’attenzione dei buyers americani e della stampa internazionale
“Era un gran signore, molto elegante”, ricorda Roberto Capucci: “Un uomo di gusto e cultura. Conosceva benissimo il mercato americano e anche le sue vulnerabilità. Il lato commerciale non gli interessava. Non ne approfittava. È stato il padre. Senza di lui, forse non esisterebbe la moda italiana.” La sfilata del 1951 fu un successo. La freschezza creativa e i prezzi contenuti spinsero i compratori stranieri ad acquistare tutto. Giorgini forte del successo del Made in Italy, trasferì l’evento il 22 luglio 1952 nella prestigiosa Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Una cornice più naturale e adatta, con la sua eleganza, i lampadari in cristallo di Boemia, gli spazi e gli adiacenti Giardini di Boboli, per la quarta sfilata di moda italiana, che attirò un numero di partecipanti senza precedenti, tra giornalisti, compratori, aristocratici e personalità. La moda italiana era diventata quindi una realtà internazionale e Firenze ne era la capitale. Palazzo Pitti diventa sinonimo di moda e cultura moderna. Qui nel 1962 Giorgini chiamò a sfilare anche Valentino, che divenne in breve uno dei più apprezzati e dei più popolari couturiers del mondo. Nel 1954 nacque il Centro di Firenze per la moda italiana, che ebbe come suo primo direttore Mario Vannini Parenti. Giorgini morì il 2 gennaio 1971 a Firenze nella sua residenza a Villa Torrigiani. Il suo archivio personale comprende 58 album riguardanti le manifestazioni svolte a Firenze dal 1951 al 1965, contenenti inviti, depliants, manifesti, schizzi di modelli, corrispondenza e ritagli di giornale.
La conferenza commemorativa sarà tenuta proprio dalla sala da ballo di Villa Torrigiani, a Firenze, dove si svolse il 12 febbraio 1951 la storica prima presentazione
L’evento si svolge grazie al permesso gentilmente concesso da US uni-source, azienda che attualmente occupa lo spazio. L’iniziativa è la prima della serie prevista per celebrare i due anniversari, che coincidono con la centesima edizione di Pitti Uomo che si terrà nel mese di giugno. In quell’occasione verrà presentata la prima biografia di Giovanni Battista Giorgini e realizzata una mostra. L’iniziativa metterà in luce anche la competizione con la Francia per la conquista del mercato americano, temi ancora poco trattati dagli storici, come l’influenza italiana nella formazione della moda in Brasile, e l’importanza dell’attività di Giorgini nel quadro dei rapporti politico-diplomatici tra Italia e Stati Uniti.
Continua così la collaborazione tra l’Archivio Giorgini, la Fondazione Cassa Risparmio Firenze e l’Osservatorio Mestieri d’Arte
Oggi, come in passato, grazie a un progetto in corso, gli enti sostengono la catalogazione e lo studio dei materiali conservati all’Archivio di Stato di Firenze, nel Fondo G.B. Giorgini della Moda Italiana. La conferenza sarà trasmessa il 12 febbraio alle ore 14,00 via Facebook dalla pagina e sul canale YouTube dell’Archivio Giorgini. Introdotto da Fadigati, l’incontro prevederà, tra gli altri, gli interventi di Antonella Mansi, Presidente del Centro di Firenze per la moda italiana, Luigi Salvadori, Presidente di Fondazione CR Firenze, e Mario Boselli, Presidente onorario della Camera nazionale della moda italiana. Hanno dato il patrocinio all’evento il Centro di Firenze per la Moda Italiana, il Comune di Firenze, la Regione Toscana e l’Università di Bologna.