Emozione, ansia (anzi, “ansietta”) e voglia di vivere appieno l’esperienza. Francesca Michielin e Fedez affrontano così la partecipazione in gara all’imminente Festival di Sanremo (2-6 marzo). Seconda volta per lei (già classificatasi seconda nel 2016 con la canzone “Nessun grado di separazione”), debutto assoluto per lui, presente nella città dei fiori nel 2015 come manager pro bono di Lorenzo Fragola. Sono già considerati cavalli di razza su cui puntare.

Sfideranno gli altri 25 Campioni in gara con il brano “Chiamami per nome”, che vanta la collaborazione di Alessandro Mahmood, Davide Simonetta e Alessanro Raina, amici e partner lavorativi di entrambi (co-autori di “Cheyenne” di Michielin).

Durante la conferenza stampa di presentazione di questa nuova avventura, Franci e Fede (come si chiamano amichevolmente tra loro durante tutto l’evento) spiegano come è nata questa nuova collaborazione, dopo il grande successo di brani come “Magnifico” e “Cigno nero”.

Michielin: Ci siamo ritrovati dopo quasi dieci anni dall’uscita di “Cigno nero” nel 2013. A marzo 2020, in pieno lockdown, le nostre voci si sono di nuovo incontrate quando Federico mi ha invitato a condividere il suo balcone in diretta Instagram. Subito dopo abbiamo deciso di lavorare di nuovo insieme. Oggi torno a Sanremo con una consapevolezza maggiore, sono più grande e vivrò tutto come fosse una esperienza nuova. È un’edizione del Festival molto particolare, sono molto felice di partecipare e di farlo con Fedez.

Fedez: Per me è tutto abbastanza nuovo, sto scoprendo proprio in questi giorni ritualità fantastiche di questa tradizione che è Sanremo. Per trovarci a lavorare insieme in studio abbiamo provato una modalità indotta dal periodo, cioè le riunioni su Zoom. Devo dire anche soltanto darsi questo tipo di appuntamento, in cui era coinvolto anche Mahmood, è stato bello, soprattutto in un periodo pesante come quello che abbiamo vissuto. Ancor più esaltante è stato ritrovarsi di persona in studio, una ventata di freschezza in questo momento. Ho tanta voglia di prendermi tutto quello che c’è da questa esperienza, che vivo con un po’ di ansietta, e che non avrà il corollario di nessun altro tipo di progetto successivo al Festival.

Quanto all’origine e al significato della loro canzone, Michielin e Fedez spiegano:

Michielin: “Chiamami per nome” è una canzone che mi emoziona molto, e non è qualcosa di automatico per me. Sono molto legata a questo pezzo e devo ammettere che anche in sala prove, con Fede, spesso avevo la lacrimuccia pronta a scendere. Rispetto alle nostre collaborazioni passate si evince una consapevolezza diversa, una grande evoluzione testuale e musicale. Il testo parla d’amore ma è più trasversale rispetto a “Magnifico” e “Cigno nero”. Avendo già collaborato nella forma duetto, abbiamo deciso di proporre una struttura diversa. È un brano pop diverso dal solito, con un arrangiamento molto minimale e una bellissima resa con l’orchestra.

Fedez: E’ vero. Soltanto entrare in una stanza con 60 persone pronte a suonare è stata un’emozione grande, soprattutto in questo momento. Non mi era mai successo di suonare dal vivo con una formazione così completa. La parte di testo di cui mi sono occupato affronta tematiche basic, d’amore, ma riflette anche le insicurezze del momento, soprattutto nelle parti in cui duettiamo. Davide Simonetta (con cui collaboro in questo momento) si è visto con Mahmood, e tutti insieme abbiamo fatto una serie di meeting Zoom. E’ stato un lavoro di collettività molto bello, il viaggio per arrivare al brano mi è piaciuto molto. In questa canzone c’è upgrade stilistico, mi sembra che sia pop con sfumature urban. Abbiamo cercato di fare qualcosa di più dinamico, con maggiore interscambio tra le voci.

Stimolato da un giornalista, Fedez insiste sul fatto che, a differenza della collega che a marzo farà uscire “FEAT – Fuori dagli spazi” (repack dell’album pubblicato a marzo 2020) lui per ora non ha progetti post Sanremo, se non la nascita del suo secondo figlio.

Fedez: Oggi ho una visione del tutto diversa rispetto a quella che avevo prima. Ho voglia di cambiare, è il periodo delle cose non ponderate, per me. Attualmente faccio musica con Davide Simonetta, Stefano Clessi e altri. Con loro ho iniziato un percorso del tutto diverso. Mi ha sempre affascinato l’aspetto collettivo del fare musica, senza pensare troppo alle dinamiche. Ho voglia di vivere un’esperienza che non ho mai vissuto prima. Andare a Sanremo è come una terapia d’urto. Quindi, non sarà un periodo di stop, sto lavorando ad altre canzoni ma la verità è che non so esattamente cosa ci sarà per me. Negli anni scorsi ho fatto l’errore di darmi delle scadenze: ad esempio, sapevo di dover chiudere un certo album entro una certa data perché avevo già annunciato le date del tour. Mi sento di dire che non bisogna are questo errore, a rischio di perdersi la bellezza del viaggio.

Francesca Michielin, 26 anni il 25 febbraio, è in piena fase creativa.

Michielin: Oltre alla pubblicazione di “FEAT – Fuori dagli spazi”, un progetto collettivo particolare che celebra la coralità e contiene featuring, tra gli altri, con Colapesce, i Maneskin, Max Gazzè, i Coma_cose, sta per uscire il mio primo podcast. Si tratta di un progetto al quale sto lavorando molto. Mi interrogo sui motivi per cui lottano le donne oggi. Sento di avere una responsabilità e mi piace condividere messaggi con il mio pubblico. L’ospite della prima puntata sarà Matilda De Angelis, attrice bravissima e persona senza filtri, grande ispirazione per me anche perché abbiamo la stessa età. Con lei parleremo di quanto sia importante amare il proprio corpo.

Sono tanti i temi che affronteremo nel podcast, dalla sessualizzazione della donna, alla parità di genere, al fatto che quando un uomo scrive una canzone diventa subito un cantautore mentre una donna rimane sempre soltanto una cantante. Perché alcune cose vengono ritenute maschili e altre femminili?

Tornando al Festival di Sanremo, sarà interessante vedere come anche Francesca Michielin e Fedez vivranno il fatto di esibirsi in un teatro vuoto, senza avere davanti le folle di fan cui sono abituati.

Fedez: Ho già fatto l’esperienza di esibirmi senza pubblico, quando ho partecipato a un concerto in streaming organizzato per supportare “Scena unita” (il fondo che supporta i lavoratori del mondo della musica e dello spettacolo, lanciato a novembre proprio da Fedez, ndr) con Achille Lauro, Ernia, Myss Keta, Elodie e altri. E’ diverso, cambia, ma credo che in un momento come questo il segnale fondamentale da dare sia esserci a prescindere, tenere il faro acceso sulla musica e sulle persone che vivono e lavorano in questo ambiente.

Michielin: A fine febbraio ho fatto i primissimi live senza pubblico, in streaming. Erano previsti una serie di live legati all’uscita del mio disco e ho fatto alcune esibizioni senza fan. All’inizio è stata un’esperienza quasi surreale. Quando sali su un palco è come se il concerto lo facessi metà tu e metà il pubblico. In questa situazione la salute e la sicurezza devono essere al primo posto, quindi sono d’accordo con la scelta che è stata fatta. Canteremo con la consapevolezza che si sarà tanto pubblico da casa a sentirci. A proposito di concerti, devo dire che in estate ho fatto un mini tour, 15 date sold out in sicurezza totale, e spero che la prossima estate si possa riprendere a suonare dal vivo, sempre in sicurezza.

Non possono fare spoiler sulla serata della cover.

“Ci siamo già giocati tutti bonus spoiler” scherza Michielin, facendo riferimento alla rivelazione in anteprima di 10 secondi della canzone fatta da Fedez su Instagram, che gli ha fatto rischiare l’eliminazione.

“Non sarà di un brano di Samuele Bersani” come profetizzato da qualcuno, si limitano a dire.

Non possono anticipare nemmeno se porteranno anche strumenti sul palco.

“Riempirò il mio monolocale a Sanremo con tutti gli strumenti che ho a casa” svela Michielin, “farò qualcosa che non ho mai fatto prima”. Lei cerca di vincere l’ansia facendo yoga, lui utilizza la meditazione trascendentale.

Entrambi affrontano l’esperienza di Sanremo con grande impegno, dedizione, studio e serietà. Il 2020 è stato per entrambi un anno difficile ma pieno di soddisfazione, che li ha cambiati e fatti maturare. Soprattutto Fedez, molto attivo in campo sociale.

Grazie alla raccolta fondi portata avanti con la moglie Chiara Ferragni durante l’emergenza Covid, la coppia ha reso possibile la realizzazione in tempi record di una nuova terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano. Una campagna che ha permesso ai Ferragnez di ricevere il prestigioso Ambrogino d’Oro.

Fedez: Una cosa che mi ha lasciato questo periodo è un forte spirito di appartenenza che prima non sentivo. Ho percepito tanto la sensazione che facciamo parte di una collettività, di un paese unito, sensazione nuova per me. Da giovane avevo una sorta di repulsione per questo tipo di sentimento, e spero che mi rimanga dentro. Sono molto orgoglioso di quello che è stato fatto in senso collettivo più che personale, nulla sarebbe stato possibile senza una forte coesione generale.

L’appuntamento con Francesca Michielin e Fedez, con la loro “Chiamami per nome”, è ora per il 2 marzo, serata di apertura del 71° Festival di Sanremo.

ph: Fabrizio Cestari