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Senato, ampia fiducia al governo di Mario Draghi: 262 i “Sì” e solo 40 i “No”

Giovedì 18 febbraio il premier alla Camera

Il nuovo governo del premier Mario Draghi ha ottenuto un’ampia fiducia al Senato, la sera del 17 febbraio. Sono stati 262 i voti a favore, 40 i contrari e 2 gli astenuti (il Senato è composto di 315 esponenti che però non erano tutti presenti). Fra i voti contro anche quelli di 15 senatori appartenenti al Movimento Cinque Stelle, a dimostrazione del fatto che la spinta di Grillo e dell’ala governista dei pentastellati per Draghi ha creato lacerazioni.

“Grazie della stima, ora servono i fatti”

Draghi ha presentato in Senato il suo programma al mattino poi si è svolto un lungo dibattito, con gli interventi di molti senatori e infine le dichiarazioni di voto. “Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto”, ha detto il premier nel corso della sua replica.

Salvini: “Sì convinto ma staremo attenti all’Europa”

“La fiducia al suo governo è convinta. Viene da parte del primo partito d’Italia per dare più forza dell’Italia in Europa. Ma se l’Ue sbaglia è diritto dovere di ogni cittadino poterlo dire. Diciamo sì all’Europa del benessere”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in sede di dichiarazione di voti al Senato. Fratelli d’Italia aveva annunciato che “il gruppo di Fdi non voterà la fiducia e lo farà in modo ancora più convinto dopo le sue comunicazioni, molto vaghe, senza nulla sulla giustizia, sulla web tax, nulla sui ristori”. “È finalmente evidente a tutti perché un drappello di visionari riformisti ha avuto ragione indicando i limiti di un esecutivo che aveva nell’emergenza il suo unico motivo di esistenza” ha detto la senatrice di Iv, Teresa Bellanova.

“Il Parlamento ha un ruolo fondamentale”

“Voglio ribadire quanto considero cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza, ho indicato come la governance debba essere incardinata al ministero dell’Economia con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti. Il Parlamento sarà informato in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento”, ha detto Draghi nella replica dopo il dibattito sulla fiducia.

Ambiente e sviluppo

“Questo governo conferma l’impegno di andare nella direzione” dell’inserimento in Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile sui cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge. “Il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni”, così come quello “delle parti sociali” nelle “cose” che il governo vuole fare “non solo è indispensabile ma è essenziale”, ha aggiunto il premier. “Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati: occorre fare molto di più, va colta l’opportunità di Next generation Eu per investimenti su capitale umano e nuove tecnologie. La cultura in tutte le sue forme imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese”, ha detto ancora Draghi nella replica.

Pandemia, cinema e teatri

“Le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri. La cultura va sostenuta. Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente, ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito”. “Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati. Serve fare ancora di più. Soprattutto occorre rinforzare le tutele dei lavoratori e utilizzare il patrimonio del Next generation Eu“, aggiunge.

Le migrazioni e l’Unione

Sui dossier migratori “la risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee“. “Permane la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, e Stati del Nord e dell’Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari. L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota”, sottolinea.

Rilanciare il turismo

“Un’impresa che certamente deve riaprire dopo la pandemia è il turismo – ha detto ancora il premier nella replica -. Quindi investire nel turismo non significa buttar via i soldi, quei soldi tornano indietro”. “Vanno messe in campo misure che permettano alle imprese del turismo di non fallire. Bisogna impedire che in questo periodo queste imprese falliscano perché poi si perde un capitale che, spesso, è capitale umano”, ha aggiunto.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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