Primo piano

Covid, un anno fa il primo caso a Codogno. Mattarella: “Italia riconoscente ai medici”. G7, Biden: “Nessun invito alla Russia”

La pandemia deve essere ancora sconfitta con una dura lotta in tutto il mondo

Un anno fa, il 20 febbraio 2020, l’Italia scopre il suo primo caso accertato di Covid-19. Quando ancora si pensava che il virus fosse troppo lontano per raggiungerci, a Codogno, paese nella Bassa Lodigiana, una dottoressa decide di non seguire i protocolli e scopre così l’esistenza del Paziente 1, il 38enne Mattia Maestri. Il giorno dopo si registra il primo morto da coronavirus. Oggi, dal presidente Mattarella un rinnovato grazie a medici e infermieri. E dal G7, l’assise dei grandi del mondo, vengono stanziati 7,5 miliardi per la distribuzione dei vaccini nei Paesi poveri.

Dodici mesi da incubo

Mentre il mondo bloccava i voli dalla Cina, il virus aveva già oltrepassato le Alpi. In pochi giorni, la Regione più popolosa e produttiva del Paese, la Lombardia, entrava in crisi. L’emergenza sanitaria, che sembrava gestibile con chiusure mirate e zone rosse, era in realtà più violenta del previsto. Lunghe settimane di provvedimenti, restrizioni e lockdown in tutta Italia. Dalla prima diffusione alla estate troppo “libera”. Per passare poi alla seconda, e ancor più potente, ondata. E un bilancio che giorno dopo giorno si aggrava e arriva a toccare quota 2.780.882 casi e oltre 95mila vittime, a oggi.

Le parole del capo dello Stato

Nel giorno in cui si ricorda il primo caso di Codogno ecco le parole del presidente della Repubblica, in occasione della prima Giornata nazionale del personale sanitario. Sergio Mattarella ha inviato un messaggio inviato al presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. “Questa prima giornata – dice il presidente – costituisce una importante occasione per rinnovare la più profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità e abnegazione si sono trovati, e tuttora si trovano, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza pandemica.” Questa emergenza “che, a distanza di poco più di un anno dalla sua comparsa, ancora ci affligge”.

“Investire sul nostro sistema sanitario”

“Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà – prosegue Mattarella nel suo messaggio -, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività. Per queste ragioni -conclude Mattarella- rivolgo, a nome di tutti gli italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario ed esprimo commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti noi”.

Il G7 in campo per i vaccini

E ora, nella nuova era americana post-Trump, anche il G7 scende in campo con forza nella sfida sui vaccini anti-Covid. Raddoppiano gli impegni finanziari a favore dei programmi dell’Oms per distribuire le dosi nei Paesi poveri: si arriverà a 7,5 miliardi di dollari. Questo il debutto internazionale di Mario Draghi come premier italiano: “La salute è un bene pubblico globale”, dice in collegamento alla riunione da Palazzo Chigi. Dal canto suo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden si scaglia contro Mosca: “È una minaccia per le nostre democrazie”. E annuncia che non rinnoverà l’invito alla Russia, formulato dal suo predecessore Donald Trump, di tornare nel G7.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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