Conto alla rovescia per i primi provvedimenti del nuovo governo Draghi sugli spostamenti in Italia. Giovedì prossimo 25 febbraio scadrà la normativa dell’esecutivo Conte che stabiliva fino a quella data il blocco dei movimenti fra le regioni. Adesso, per frenare l’allargarsi dell’emergenza sanitaria a causa delle varianti, si pensa a un’Italia tutta in zona arancione.
Zona arancione ovunque?
La proroga del divieto di spostamenti dopo il 25 febbraio, e fino almeno al 5 marzo, appare scontata. Ma va definita la forma da adottare per le nuove misure. Lo anticipa il Corriere della Sera, secondo cui fra i governatori le linee sono differenti ma sembra farsi strada la richiesta al governo Draghi di un provvedimento univoco. Non più, cioè, le colorazioni per fasce di rischio che, mutando ogni settimana o quasi, rischiano di disorientare i cittadini. Quanto, piuttosto, misure più rigide ma uniformi su tutto il territorio, per un tempo non lungo.
No al lockdown
“Quando si richiama il lockdown viene in mente qualcosa che non è percorribile. Il lockdown che ci fu lo scorso anno teneva chiuso tutto nel Paese – ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini -. Io mi interrogo solo se questo tema delle fasce colorate, alla luce delle varianti che stanno cominciando a circolare e a far peggiorare, quasi in tutto il territorio nazionale, i parametri, non abbia qualche pecca”. L’idea è quella del superamento di un sistema che suddivide le regioni in zona rossa, zona arancione, zona gialla e zona bianca.
Campania, Emilia e Molise
Domani, domenica 21 febbraio, entreranno intanto ufficialmente in zona arancione Campania, Emilia Romagna e Molise. Scatteranno misure e regole più severe per spostamenti, scuola, bar e ristoranti. In Umbria, zona arancione, scatterà la zona rossa nella provincia di Perugia grazie a un’ordinanza regionale. L’Italia è alle prese con l’aumento dell’indice Rt nazionale, che nel periodo da 27 gennaio al 9 febbraio è arrivato a 0.99. Un valore in crescita rispetto alla settimana precedente. L’indice Rt è sopra la soglia critica di 1 in 10 regioni. Si tratta di: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria.
La variante inglese
Il punto è che la pandemia non molla la presa perché, con una campagna vaccinale ancora troppo lenta, circolano già le mutazioni del Coronavirus. “Ci aspettiamo un aumento dei casi Covid dovuto alla variante inglese”, ha detto Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. “È molto diffusa soprattutto sulla costa adriatica e ha una maggiore trasmissibilità rispetto ai ceppi circolanti. Allo stesso tempo, questa è la buona notizia, non riduce l’efficacia del vaccino.”
La variante brasiliana
“La variante brasiliana è invece più diffusa in Umbria, soprattutto a Perugia. Ma anche in alcune zone della Toscana. Mentre ci sono solo casi sporadici in altre parti del Paese”, ha aggiunto Rezza. Il dirigente del ministero della Salute ha reso le sue dichiarazioni nella conferenza stampa del 19 febbraio sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero Salute.