NewsPrimo piano

Spostamenti fra regioni: stop fino a fine marzo. Varianti Covid, in arrivo test rapidi

Si delinea la strategia del nuovo Governo Draghi contro la pandemia

Conto alla rovescia per la proroga del divieto agli spostamenti fra regioni italiane. I cittadini vedranno allungato lo stop ai movimenti fino a tutto marzo. La proroga stabilita dal Governo Draghi arriva in vista della scadenza, il 25 febbraio, del decreto precedente (Governo Conte). La lotta alla pandemia si concentra soprattutto sulla crescente diffusione delle varianti del Covid. Dalle prossime settimane dovrebbero essere disponibili nuovi test veloci per accertare al più presto la presenza di mutazioni del virus in chi ha contratto l’infezione.

I temi al Consiglio dei ministri

Ci sarà la proroga di 30 giorni del divieto di mobilità tra regioni, che scade il 25 febbraio, tra le decisioni che prenderà questa mattina, 22 febbraio, il Consiglio dei ministri. Sul tavolo della squadra di Draghi anche altri temi. Si va dai vaccini alla scuola e dai ristori economico-finanziari alle categorie più colpite alla revisione dei parametri di rischio. Potrebbero scattare eventuali restrizioni (mini zone rosse) per i territori in cui la circolazione del virus è più elevata.

Deroghe ed eccezioni

Insieme al rinnovo del blocco degli spostamenti saranno confermate le disposizioni sui movimenti fra i piccoli Comuni. Così come la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone. Esclusi i figli minori di 14 anni che “non fanno numero”, dunque genitori possono portarli con sé senza nessun problema.

Restano le fasce a colori

A seguito di un meeting fra governo e regioni già nel pomeriggio di domenica 21 febbraio, se da un lato è stata anticipata la decisione di prorogare di 30 giorni il blocco degli spostamenti, dall’altro è stata invece accantonata l’ipotesi di istituire una zona unica arancione. L’Italia non andrà in una sorta di “mini lockdown”. Più semplicemente resterà a colori, con chiusure localizzate dove serve. La vera novità del governo Draghi sarà però il metodo: stop alle decisioni dell’ultimo momento. Le nuove misure saranno adottate con largo anticipo e in accordo con Regioni e Parlamento.

Le regioni: “Più vaccini”

Dal canto loro le regioni hanno fatto precise richieste. Eccole. Accelerare la campagna vaccinale, rivedere la tempistica dei provvedimenti e la revisione dei parametri che regolamentano le zone. Ma anche prevedere indennizzi per le chiusure locali e coniugare la sicurezza sanitaria con la ripresa economica. Come priorità assoluta c’è la campagna vaccinale. Il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal governo.

Incubo varianti

Cresce intanto la stima dell’incidenza delle varianti del virus sulle infezioni nazionali di Covid-19. In alcune regioni avrebbe raggiunto circa il 50%. La prospettiva di crescita molto alta. La variante inglese, ha spiegato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, è destinata a diventare dominante. Nell’arco delle prossime settimane arriverà nei laboratori un test rapido. Aiuterà a scoprire se un caso positivo al Coronavirus è stato infettato da una delle tre principali varianti in circolazione: inglese, brasiliana, sudafricana.

Test efficace in 2 ore

Da metà marzo, in pratica, un test veloce potrà essere utilizzato nei laboratori per verificare, sulle persone già individuate come positive al Covid, se sono state contagiate da una delle tre varianti. “Si tratta – ha spiegato Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma – di un test molecolare sul genoma. Sarà possibile individuare in due ore circa se una persona è colpita da una variante. Sulla base del risultato ottenuto poi il campione deve essere sequenziato per capire quale variante sia. In questo modo si potrà avere la prevalenza delle varianti che circolano”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio