Esclusiva Velvet

Fabrizio Iozzo è il creatore di “DPCM – Il gioco da tavolo” tra critiche, imprevisti e bonus vacanza

Fabrizio Iozzo ci ha raccontato come è nato il gioco DPCM, non in vendita

“La cosa che mi ha colpito di più in tutta questa storia è la valanga di insulti e critiche negative che ho ricevuto, per un’idea nata per gioco e con un intento assolutamente ed esclusivamente scherzoso. Non mi permetterei mai di fare dell’ironia o addirittura lucrare sulla sofferenza altrui”. Fabrizio Iozzo non riesce a credere all’ondata d’odio che lo ha travolto per aver creato “DPCM Il gioco”, un gioco da tavolo nato con il solo scopo di scherzare sulle tante cose accadute nell’anno della pandemia, e che da qualche settimana è sulla bocca (e sulle pagine Facebook) di tutti.

Prima di approfondire la questione, una cosa va detta: Fabrizio ha creato un gioco davvero originale, nuovo, a suo modo geniale, e la percentuale di persone che non l’hanno capito è minima rispetto ai tantissimi complimenti ricevuti. Se le critiche ricevute sono una valanga, gli apprezzamenti sono in confronto una montagna altissima. Rimane però un po’ di dispiacere per i fraintendimenti creatisi e per le critiche pesantissime e immotivate incassate. “Quello che mi fa male è che la maggior parte dei commenti negativi che ho ricevuto sono dettati dalla mancanza di attenzione di chi li ha scritti. Non ho mai detto o scritto che avrei voluto vendere il gioco. Voglio quindi ribadirlo ancora una volta. Il mio gioco non è in vendita, è una cavolata che mi sono inventato mentre leggevo uno degli ultimi DPCM rilasciati dal governo prima di Natale. Soprattutto è un gioco che ho creato per me e pochi amici, per fare quattro risate su tante assurdità legate alla pandemia.”

Fabrizio Iozzo e l’idea del gioco da tavolo DPCM

Questo talentuoso fotografo romano (i cui scatti hanno immortalato la maggior parte dei rappresentanti della musica underground italiana) ci racconta con generosità e dovizia di dettagli come tutto sia nato alla fine dello scorso anno. “Ho creato il gioco tra Natale e Capodanno. Inizialmente avevo pensato di fare un meme, un’immagine ironica da far girare e far diventare virale su Internet. Poi mi sono detto che in realtà quell’idea avrebbe potuto facilmente trasformarsi in un gioco da tavolo. Non ne avevo mai inventati prima, ma come tutti negli anni ho giocato a Monopoli, Cluedo, Trivial Pursuit, Taboo.

La curiosità era capire se il gioco avrebbe funzionato o si sarebbe creato qualche intoppo nelle varie fasi di svolgimento. Lo abbiamo testato con un paio di amici e in effetti funziona, gira bene. Ma ci tengo a sottolineare ancora una volta che si tratta di un gioco, di un modo per scherzare”.

Dall’idea del meme al tabellone stampato (grazie a un paio di amici che gestiscono una tipografia) è passato ben poco tempo. DPCM Il gioco si configura come un ibrido tra il Monopoli e il Gioco dell’Oca. Lo scopo è conquistare gli 8 bonus previsti (mascherina, amuchina, autocertificazione, bonus 600 euro, bonus vacanza, bonus monopattino, ristoro e vaccino) avanzando su un tabellone quadrato in cui si ripercorrono in ordine cronologico i fatti salienti del 2020.

Perché chiamarlo DPCM?

“L’ho chiamato DPCM proprio perché tutte le caselle che compongono il tabellone fanno riferimento a normative, abitudini, regole che sono uscite dai vari DPCM: le file al supermercato, le passeggiate col cane, l’uso della mascherina, il “ce la faremo” scritto sui balconi, il coprifuoco. Sono tutte cose che hanno modificato la nostra vita quotidiana attraverso i decreti. Fare attività all’aperto o fare la passeggiata con il cane era una cosa normalissima prima del coronavirus. Poi, con l’avvento dei vari decreti, è diventata una deroga, un’eccezione alla regola imposta dello “stare a casa”.

I quattro lati lati del tabellone rappresentano le quattro stagioni del 2020. Il lato più basso rappresenta i mesi da gennaio a marzo, il primo lato verticale racchiude i mesi tra aprile e giugno. Il lato in alto copre il periodo da luglio a settembre (con i rientri dalle vacanze), mentre il quarto lato copre i mesi da ottobre a dicembre. Si termina con la variante inglese, che nel gioco è una casella nera, che ti fa perdere tutti i bonus acquisiti in precedenza. E questo è l‘unico riferimento alla malattia effettivamente presente nel gioco.”

La polemica: il gioco non è in vendita

Nessun altro riferimento diretto al virus, né nelle caselle, né nelle schedine di “imprevisti”, “dirette”, “scienza” in cui si può incappare lungo il percorso. “Non ho parlato in nessuna casella o imprevisto di ospedali o tamponi. C’è la casella del drive-in, ma il riferimento è alle lunghe file che si facevano per effettuare i tamponi, alle perdite di tempo che tutti abbiamo subito. Si tratta di una casella che ti fa perdere un giro, nell’economia del gioco, perché in quel periodo storico andare al drive-in significava dedicare una giornata intera al fare un tampone.”

Fabrizio ripete spesso i termini “gioco”, “scherzo”, “cavolata”, a sottolineare la natura bonaria e innocente della sua creatura. Una creatura che immortala in maniera simpatica e scherzosa i fatti un po’ assurdi che tutti abbiamo vissuto nel 2020. “Il mio gioco è politicamente scorretto ma non prendo in giro assolutamente nessuno, non era mia intenzione farmi beffe di tutti coloro che sono stati male a causa del Covid. Sono rimasto molto deluso dai commenti negativi che ho ricevuto, ho cominciato a dormire male, ad avere mal di stomaco, perché il mio intento giocoso, innocente, ludico e del tutto personale è stato completamente frainteso e capito nel modo sbagliato.

Ho scherzato sulle cose su cui hanno scherzato tutti: De Luca con il lanciafiamme, le gaffe della D’Urso, quelle di Salvini, i cani stremati dalle mille passeggiate fatte dai padroni pur di uscire, le persone che andavano al supermercato quattro o cinque volte al giorno pur di uscire di casa, le teorie discordanti dei virologi. Non penso di aver fatto niente di diverso da ciò che hanno fatto tantissimi comici, umoristi, creatori di satira sul web o in televisione”.

Gli effetti del Covid

Tra l’altro lo stesso Fabrizio (che ha costituito con un compagno dell’università una società di servizi informati che si occupa soprattutto di assistenza su apparecchi medici e odontoiatrici) continua a patire gli effetti nefasti del Coronavirus. “Insieme a due amici fotografi ho un’associazione culturale che organizza corsi di fotografia. Paghiamo regolarmente l’affitto ma siamo fermi da marzo, perché non possiamo né tenere le lezioni né invitare persone in studio. Sono uno di quelli che a livello economico ha subito il Covid. In questo momento stiamo facendo corsi online, ma stiamo perdendo soldi pur di poterla mandare avanti.

Sono stato leso anche io da questa situazione, mi ritengo fortunato perché ho altri lavori, ma la pandemia ha danneggiato anche me. Proprio per questo ho un profondissimo rispetto per tutti coloro che hanno sofferto per il Covid, e non mi permetterei mai di lucrarci su o di fare satira becera”.

Una vita semplice, fatta di amici e tanto lavoro quella di Fabrizio, che forse avrebbe potuto anche arricchirsi con la vendita del gioco. Ma lui non ha mai ceduto, accontentandosi delle migliaia di complimenti di coloro che hanno capito lo spirito del gioco. “Ho ricevute tantissime richieste di acquisto, e la cosa che mi ha più colpito è il fatto che sin dall’inizio ho scritto e sottolineato che il mio gioco non è in vendita! Si tratta di un’idea stampata in tre copie, di cui una sola completa (quella che ho io). Non ho mai e poi mai pensato di vendere il mio gioco, e l’ho sempre detto e scritto.

DPCM rimarrà un gioco privato

Il problema vero è stato che tutte queste persone hanno visto soltanto la foto postata, e non si sono soffermate a leggere l’articolo in cui esplicitavo proprio questo (il primo articolo giornalistico sul gioco è stato redatto dall’AGI lo scorso 11 febbraio, ndr). Nell’epoca della velocità, dei contenuti brevi, della scarsa attenzione sui testi, in molti non hanno proprio letto le mie parole. Ho sempre detto che si trattava di un’idea nata per gioco, che gioco deve rimanere.

Non ci sono fini di lucro, non ho mai pensato di arricchirmi vendendo questo gioco. In tanti me lo hanno anche suggerito, facendomi notare che questa per me potrebbe essere una straordinaria forma di arricchimento. A una persona che mi chiedeva “perché non lo vendi?” ho risposto: “ma se tu cucini per i tuoi amici una carbonara e loro ti dicono che è buonissima, domani tu ti apri il ristorante?”. Mica tutto quello che si crea deve essere venduto?

Questo fatto mi ha dato un grande fastidio. Come grande fastidio mi hanno dato coloro che mi hanno accusato di voler lucrare sui morti, mentre io ho sempre messo in chiaro di non aver mai pensato di vendere nessuna copia del gioco. Inoltre, non ho mai fatto alcun riferimento alla malattia, non mi permetterei mai di fare ironia sulle persone che sono state male, su tutti coloro che hanno sofferto o sono morti. È un gioco che avrei potuto fare anche in un qualsiasi altro anno, prendendo in giro tutto quello che era successo”.

“Non mi sono pentito”

Un gioco che gli ha dato tante soddisfazioni, ma anche qualche dispiacere. Fabrizio, però, non ha rimpianti. “Non mi sono pentito di aver creato “DPCM Il gioco” perché l’ho fatto per scherzo. Ma mi è venuto il mal di stomaco, non ho digerito quelle battute cattive. Anche soltanto per realizzare quel tabellone mi sono fatto tanti problemi, su come incastrare bene le cose, su quali parole usare. Non volevo assolutamente urtare la sensibilità delle persone. Ho svariati amici che sono stati male, o che hanno perso dei cari a causa del Covid. Il gioco non parla del Coronavirus, non è di cattivo gusto, parla dell’anno che abbiamo passato, delle cose che alla fine ci hanno fatto ridere per la loro assurdità o difficoltà da spiegare.

Chi non ha scherzato sul fatto che non si trovava più il lievito di birra? O sui cani stremati a forza di far passeggiate con i padroni?” Sì, ci abbiamo scherzato su tutti. Ma solo Fabrizio ha avuto il guizzo vincente di crearne un gioco da tavolo. Chapeau!

Martina Riva

Musica&Cinema

Da sempre appassionata di tutto ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi di laurea in Storia del Cinema sul film “Lolita” di Stanley Kubrick. Finita l’università, mi sono trasferita a Los Angeles, dove, tra le altre cose, ho ottenuto un certificate in giornalismo a UCLA; nella Città degli Angeli ho lavorato per varie TV tra cui KTLA, dove per tre anni mi sono occupata principalmente di cinema, coprendo le anteprime mondiali dei film e i principali eventi legati al mondo spettacolo (Golden Globes, Academy Awards, MTV Awards e altri). Nel 2005 sono approdata alla redazione spettacoli di SKY TG24 dove ho lavorato come redattrice, inviata ai Festival e conduttrice. Le mie passioni principali, oltre al cinema, sono i viaggi, il teatro, la televisione, l’enogastronomia e soprattutto la musica rock. Segni particolari? Un amore incondizionato per i Foo Fighters!

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