Matilda De Angelis sarà la “signora” della prima serata di questo Sanremo 2021. Mancano davvero pochissime ore prima che il sipario si alzi sull’Ariston: nella conferenza stampa di oggi l’attrice ha raccontato come affronterà il palco più famoso d’Italia.
Matilda De Angelis: la prima volta all’Ariston
«La prima volta che ho visto il palco mi sono messa a piangere – ha confidato subito Matilda De Angelis in conferenza stampa – Una riverenza che non ho provato nemmeno di fronte a Nicole Kidman». Attrice ma anche cantante e musicista, reduce dal successo internazionale della serie The Undoing – dove ha recitato accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant – Matilda ha una formazione prima di tutto musicale: «La musica è sempre stata nella mia vita. Quando ho iniziato a recitare ho trovato qualcosa che mi appassionava tanto quanto la musica: poi ho dovuto metterla un po’ da parte per studiare recitazione e meritarmi il posto che mi stavo guadagnando da attrice. Non sono una cantante vera e propria, ma lo sono stata. E mi piace poter portare entrambe le mie anime, di attrice e musicista, stasera sul palco. Quindi sì: stasera canterò anche».
Attiva sui social ma sfidando l’ipocrisia stessa dei social network, Matilda De Angelis ha notoriamente esposto il suo viso struccato e coperto di acne (contro cui combatte da tempo e proprio entrando in conflitto con il suo mestiere). Ma sul palco dell’Ariston vestirà Prada e si concederà un momento patinato: «Nel mio piccolo cerco sempre di battermi per un certo tipo di emancipazione, soprattutto nel mio mestiere, in cui ci chiedono sempre di essere patinate e belle. Una narrazione che ci ha un po’ rotto le scatole. Però devo essere sincera – ha ammesso in conferenza stampa – quello di Sanremo è un palco di rivincita, andrò come mi piace essere ogni tanto. Penso sia un luogo adatto per farlo».
Cresciuta a musica e cinema (ma senza televisione)
Cresciuta senza televisione – e destando un certo stupore, dichiarandolo durante la conferenza stampa dell’evento televisivo più famoso in Italia – l’attrice ha raccontato che quello con il Festival è un rapporto d’amore nato di recente. «Seguo Sanremo da sei, sette anni. Sono cresciuta senza la televisione, non si guardava a casa mia. Potevo guardare i cartoni animati la mattina, poi andavo a scuola e la sera guardavamo dei film. Ma negli ultimi anni mi sono appassionata follemente, commento, faccio il toto classifica, lo guardo fino all’ultimo. Sono fan di Sanremo».
L’aspettativa sulla grande protagonista femminile di questa serata d’apertura sembra essere alta. Tante le domande per Matilda e la curiosità verso una giovane attrice con passato da musicista, che di fronte alle telecamere si pone quasi come un’outsider. Sicura di sé, a tratti incuriosita dai tempi e dai modi del dibattito televisivo, De Angelis sembra già aver portato una manciata di inatteso pepe nelle ore che anticipano l’inizio del Festival.
«Ci sono tanti artisti italiani che per me hanno segnato la storia, anche della mia vita. Lucio Dalla, Tiromancino. Afterhours. Stasera c’è Madame che amo follemente, ha un talento smisurato e si muove in un ambiente prettamente maschile, quello del rap. Amo molto anche Francesca Michielin. Io sono cresciuta con una musica più indie: Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti è stata la mia adolescenza». Se dovesse scegliere tre dischi da portare su un’isola deserta, però, sarebbero «Bon Iver per rilassarmi, un disco di Lucio Dalla per ricordarmi di Bologna, e poi uno di Harry Belafonte [autore del brano Matilda, nda] per ricordarmi del mio nome e della mia famiglia».
Matilda De Angelis: da Veloce come il vento agli States… fino a Sanremo
«Sono stata subito lanciata in una categoria alta, in un film da protagonista con Stefano Accorsi [Veloce come il vendo, nda]: stavo facendo la maturità. È normale che in me, negli anni, si siano create delle insicurezze, amplificate dall’età e delle aspettative che potevo sentire su di me. Ho una famiglia e degli affetti incredibili però, una madre e gli stessi amici del liceo che mi tengono radicata: la mia sicurezza è dipesa da queste radici, dalle cose importanti della vita. Mi ha fatto molto bene nel mio lavoro. Crescendo ho acquisito consapevolezza. Ma ho vissuto almeno tre anni con la sindrome dell’impostore, senza capire perché ero stata scelta io e non qualcun altro. Alla fine, quando sono stata scelta anche all’estero, ho capito che lo meritavo».
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