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Buffon e l’addio al calcio: “Potrei smettere fra 4 mesi”

La rivelazione in un'intervista al Guardian

Gigi Buffon si concentra sul suo futuro. E, volente o nolente riapre il tormentone sul suo addio al calcio. Mentre la Juve si gode la vittoria sullo Spezia (3-0) in campionato e pensa già al ritorno degli ottavi di Champions contro il Porto, il portierone bianconero rilascia un’intervista al quotidiano inglese The Guardian. “Nella mia testa c’è davvero un ultimo segnale di stop, un limite massimo, che è giugno 2023 – dice il portiere 43enne, il cui contratto è in scadenza a fine stagione -. Ma potrei anche smettere tra quattro mesi” sottolinea. Il tempo di vincere la prima Champions? Chissà, tutto può succedere.

“Nella vita non ci sono certezze”

“Rinnovo a fine stagione? Ho imparato che nulla è certo nella vita” dice Gigi, che nonostante gli anni che passano si sente ancora competitivo ai massimi livelli. “Dicono che quando si raggiunge la mia età, il declino avviene tutto in una volta, da un momento all’altro. Non ci credo. Sento quello che provo e le sensazioni che provo dentro di me non mi fanno pensare che ci sarà un crollo improvviso. Sono anche una persona che crede fortemente nel destino. Quando la Juventus mi ha offerto la possibilità di tornare, ho pensato: non si sa mai, forse c’è un motivo, qualcosa per cui dovrei tornare lì. Un’ultima grande storia da scrivere. Quindi devo essere onesto, c’è anche una parte di questo che si riduce a quel po’ di ego che tutti noi abbiamo”.

Il rapporto con mister Pirlo

Non molto tempo dopo il ritorno di Buffon in bianconero, dal Paris Saint-Germain, è arrivato Andrea Pirlo, suo ex compagno di squadra e di Nazionale. “La mia amicizia con Pirlo è molto lontana. In pratica io, lui e Rino Gattuso ci conoscevamo dal 1993.” Abbiamo avuto la fortuna e la capacità di condividere la vittoria di un Mondiale, credo davvero che abbia sigillato il nostro rapporto. Non la nostra amicizia. Non giudichi un’amicizia vincendo i Mondiali, ma quel fatto ha sigillato un legame. Questa è una questione di ruoli, una questione di rispetto, una questione di intelligenza. Finché siamo qui, lui ha un ruolo e io un altro. Quando lasciamo questo posto o usciamo insieme, allora possiamo essere Gigi e Andrea”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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