La pandemia di Covid si propaga rapidamente a causa delle varianti del Coronavirus. E ora c’è il concreto rischio che dalla prossima settimana parecchie regioni italiane si ritrovino in zona arancione o rossa. Si punta tutto sull’accelerazione della campagna vaccinale. In Italia oggi si somministrano circa 100mila dosi al giorno ma occorrerebbe arrivare a 5-600mila. Il premier Mario Draghi chiama la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, per coordinare un impegno più concreto a livello della Ue.

Verso restrizioni più dure

Domani 5 marzo i dati del nuovo monitoraggio settimanale indicheranno la situazione epidemiologica aggiornata dell’Italia. La maggior parte delle Regioni sarà in zona arancione o rossa e più della metà degli italiani dovranno dunque fare nuovamente i conti con negozi chiusi, spostamenti limitati all’interno del proprio Comune o vietati. Milioni di bambini e studenti dall’asilo alle superiori saranno in didattica a distanza.

Bertolaso e Bonaccini

“A me sembra che tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa”, dice il consulente della Lombardia Guido Bertolaso, esprimendo senza mezzi termini quella che è la preoccupazione della maggioranza delle Regioni. “Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta, rischiamo di essere travolti”, conferma il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, secondo il quale le restrizioni previste dalla zona arancione classica non bastano più.

Italia: 21mila contagi in 24 ore

Questa situazione di allarme è certificata anche dai dati quotidiani del ministero della Salute: quasi 21mila contagi in 24 ore, con la Lombardia che ne ha uno su quattro, altri 347 morti. Un tasso di positività tornato al 5,8%, oltre mezzo punto più di martedì, ricoveri in aumento sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari. La stretta, dunque, arriverà con il monitoraggio di venerdì anche se fonti di governo continuano a ripetere che un lockdown nazionale al momento non è all’orizzonte e si continuerà con il sistema delle fasce.

Regioni verso il rosso e l’arancione

In rosso potrebbero andare da lunedì 8 marzo la Lombardia, l’Emilia-Romagna, la Campania, che ormai da 10 giorni fa segnare più di 2mila casi al giorno, e l’Abruzzo. Quest’ultima regione ha comunque già due province – quelle di Pescara e Chieti – in lockdown. A rischio arancione sono invece la Calabria, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, con Lazio e Puglia sul limite. Di fatto, in due terzi dell’Italia saranno in vigore le restrizioni più dure.

Sardegna, tampone per entrare

Nella Sardegna bianca, invece, da lunedì 8 marzo chiunque vorrà entrare nell’isola dovrà sottoporsi a tampone rapido. Aperture, sia pure con tutte le precauzioni, quelle della zona bianca che però non devono far abbassare la guardia. La curva del virus è pericolosa e serve che in tutta Italia, nessuna regione esclusa, la campagna vaccinazione di massa possa decollare.

Draghi spinge sulle vaccinazioni

Il premier Mario Draghi e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno avuto una conversazione telefonica proprio su questo. Al centro del colloquio la necessità di un’accelerazione per quanto riguarda i vaccini. Al nuovo commissario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, e al nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, entrambi nominati da Draghi, spetta invece far funzionare la macchina delle somministrazioni seguendo le indicazioni del premier. Vale a dire centralizzare e uniformare tutto l’aspetto logistico e non solo. La riunione di venerdì 5 marzo sarà utile per un primo confronto. Le possibili soluzioni? Dall’utilizzo dei drive in della Difesa a quello dei 300mila volontari della Protezione civile fino al coinvolgimento delle farmacie nelle somministrazioni.