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Papa Francesco: “In Iraq come pellegrino di pace”, il messaggio alla vigilia del viaggio storico

Il pontefice visiterà il Paese mediorientale dal 5 all'8 marzo

“Giungo tra voi come pellegrino di pace a ripetere: ‘voi siete tutti fratelli’.” Così Papa Francesco si rivolge agli iracheni in un videomessaggio inviato oggi 4 marzo, alla vigilia della storica visita nel Paese mediorientale. “Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità – continua Francesco -. Animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose nel segno del padre Abramo che che riunisce in un’unica famiglia musulmani ebrei e cristiani”.

Mai alcun Papa prima di lui a Baghdad

Da domani 5 marzo fino a tutta la domenica 7 marzo il pontefice compirà per la prima volta in assoluto un viaggio a Baghdad, Mosul, Ebril. Nessuno dei suoi predecessori ha mai compiuto una visita in Iraq. Francesco visiterà anche Ur dei Caldei: l’antichissima città da cui, secondo la Bibbia, Abramo partì per raggiungere, guidato da Dio, la terra degli ebrei e fondare un nuovo popolo.

“Basta guerra e terrorismo”

“Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo – prosegue il messaggio del Papa all’Iraq -, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”. Un particolare pensiero è rivolto alla minoranza dei cristiani perseguitati. “Avete testimoniato la fede in Gesù in mezzo a prove durissime, attendo con trepidazione di vedervi. Sono onorato di incontrare una Chiesa martire: grazie per la vostra testimonianza!” dice Francesco. I tanti, troppi martiri che avete conosciuto ci aiutino a perseverare nella forza umile dell’amore”.

“Non arrendiamoci davanti al male”

Avete ancora negli occhi le immagini di case distrutte e di chiese profanate, e nel cuore le ferite di affetti lasciati e di abitazioni abbandonate. Vorrei portarvi la carezza affettuosa di tutta la Chiesa – dice Papa Francesco – , che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti. Alle terribili sofferenze che avete provato e che tanto mi addolorano, non permettiamo di prevalere. Non arrendiamoci davanti al dilagare del male”.

“Lasciamoci contagiare dalla speranza”

“Cari fratelli e sorelle, ho tanto pensato a voi in questi anni, a voi che molto avete sofferto, ma non vi siete abbattuti. A voi, cristiani, musulmani; a voi, popoli, come il popolo yazida, gli yazidi, che hanno sofferto tanto, tanto; tutti fratelli, tutti. Ora vengo nella vostra terra benedetta e ferita – dice ancora il Papa – come pellegrino di speranza. Da voi, a Ninive, risuonò la profezia di Giona, che impedì la distruzione e portò una speranza nuova, la speranza di Dio. Lasciamoci contagiare da questa speranza, che incoraggia a ricostruire e a ricominciare. E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace!”. Il videomessaggio del Papa è in italiano ma è aperto dal saluto in arabo “assalam lakum!” (pace a voi) ed è chiuso da “shukran!” (grazie).

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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