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Covid, Mattarella si vaccina allo Spallanzani: in fila come tutti ha atteso il suo turno

Somministrata al presidente una dose di vaccino anti Covid

“Il Presidente #Mattarella essendo in corso a Roma la campagna di vaccinazione per coloro che sono nati negli anni 1941 e precedenti, si è sottoposto questa mattina alla #vaccinazione #anticovid nell’Istituto Spallanzani”. Con un laconico comunicato di due righe, in perfetta sobrietà quirinalizia, sull’account Twitter della presidenza della Repubblica è apparsa conferma della notizia che dalla serata dell’8 marzo stava circolando come indiscrezione.

Ha atteso il suo turno come tutti

Il capo dello Stato, dunque, nel pieno rispetto del suo turno al pari di ogni altro cittadino, ha ricevuto una prima dose di vaccino anti Covid. Sergio Mattarella è nato il 23 luglio 1941, fra pochi mesi compirà 80 anni. E oggi, nell’ambito della campagna vaccinale in corso nel Lazio, toccava anche a lui. Così il presidente si è recato all’Istituto Lazzaro Spallanzani – l’istituzione che eccelle nell’infettivologia ormai celebre in tutta Italia dallo scorso anno – per farsi somministrare la dose del farmaco. Accanto a Mattarella diverse altre persone, comuni cittadini, che attendevano a loro volta la somministrazione.

La curiosità dei presenti

Era vicino a me e mi ha salutato, gran bella persona”, ha detto la signora Wilma, appena uscita dallo Spallanzani dopo aver ricevuto la prima dose di Moderna. Lo stesso vaccino somministrato anche al capo dello Stato. “Ero vicino al presidente ma sinceramente ero troppo nervoso per salutarlo”, confessa Mario, 80 anni, secondo quanto riporta online Rai News.

Spallanzani: dosi a ritmo serrato

Allo Spallanzani di Roma la “macchina” dei vaccini procede spedita. Il via vai di persone, spesso accompagnate, che escono dal centro vaccinale è costante. “Oggi si vaccina Mattarella? Bene che il presidente si vaccini qui –  rispondono – se è il suo turno è giusto così”. C’è la signora, accompagnata dal nipote, “87 anni a giugno” e “contenta di aver fatto il vaccino. Sono stati bravissimi tutti, visto che oggi si fa il vaccino anche il presidente sono contenta due volte”.

“Vaccinarsi è un dovere”

Nel suo discorso di fine anno, il Capo dello Stato aveva definito la vaccinazione un dovere. E in quella stessa occasione aveva annunciato lo avrebbe assolto “appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. Parlando dell’emergenza Covid, aveva detto: “Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili. Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi”.

“Il vaccino sia gratuito”

Il capo dello Stato aveva inoltre sottolineato che “la scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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