L’Italia si colora sempre più di rosso per tentate di arginare l’epidemia di Covid. Nel giorno di oggi, 9 marzo, in cui si ricorda un anno esatto dall’annuncio in tv del lockdown – l’ex premier Conte parlò di “Italia tutta zona protetta” – si contano ormai oltre 100mila vittime del virus. Nelle prossime ore sono attesi nuovi provvedimenti restrittivi del governo Draghi. E il presidente del Consiglio chiama tutti all’unità: “Non è il momento di dividerci. Il piano delle vaccinazioni sarà decisamente potenziato”.

Terapie intensive sopra la soglia del 30%

Le varianti del virus spingono verso l’alto la curva dei contagi e riportano in sofferenza gli ospedali, con le terapie intensive di 11 regioni già sopra la soglia critica del 30%. Chiusure e restrizioni decise dai governatori che potrebbero anticipare un nuovo intervento del governo. Il Cts si riunirà nelle prossime ore per valutare su richiesta del governo i nuovi interventi. Fra le ipotesi più accreditate, chiusure generalizzate nei weekend e zone rosse più severe, come fu a Codogno nella prima ondata. Ma anche il criterio di 250 casi di infezione ogni 100 mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa.

Troppe vittime

A poco più di un anno dalla morte del 78enne di Vo’ Euganeo che sarà ricordato come la prima vittima del Covid nel nostro Paese, l’Italia supera dunque una soglia inimmaginabile fino a 12 mesi fa: i morti per il virus sono il doppio di quelli di Aids, 34 volte quelli del terremoto dell’Irpinia, 50 volte quelli del Vajont, 300 volte quelli de l’Aquila.

Oltre 13mila nuovi positivi

Le ultime 318 vittime portano infatti il totale a 100.103 e non è affatto finita. I ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ospedalieri salgono inesorabilmente (2.700 sono ora i pazienti in rianimazione, e 21.831 quelli nei reparti ordinari, con un incremento di ben 687). E ci sono altri 13.902 positivi, 7mila meno ma con 90mila tamponi in meno, tanto che il tasso di positività resta stabile al 7,5%. In una situazione simile, con “ogni vita che conta” come dice il premier Mario Draghi, mantenere le misure restrittive e anzi rafforzarle è l’unica strada possibile.

“Ore difficili, dobbiamo piegare la curva”

“Le prossime ore non saranno facili dobbiamo provare a piegare la curva e richiamare tutti alla massima attenzione“, ribadisce il ministro della Salute Roberto Speranza al termine di una giornata in cui ha prima incontrato i tecnici con la collega Mariastella Gelmini e poi ha visto il presidente del Consiglio per informarlo sul nuovo piano vaccini. Potrebbe esserci presto una nuova cabina di regia, in vista del nuovo incontro di giovedì con le regioni, in cui si riaffronteranno i tre temi che sono stati al centro della riunione. Ovvero: distribuzione, logistica, somministrazione. E si parlerà delle nuove misure anche alla luce della riunione del Cts.