Il Covid è ormai, secondo molti esperti, alla sua terza ondata almeno in Italia. Il nostro Paese ha superato la soglia drammatica delle 100mila vittime da un anno a questa parte, ossia da inizio pandemia. Eppure ancora non si conoscono tutti i risvolti di questa patologia che ha sconvolto il corso della storia umana.

Domande a cui dare risposte

Sono molte le domande che scienziati e ricercatori si pongono. Quali sono gli effetti del cosiddetto long Covid? E quelli a lungo termine dei vaccini? Ma non basta. Continua ad aleggiare il caso ancora poco chiaro delle persone che si stanno rivelando, in alcuni casi, immuni al Coronavirus. Come è possibile?

La complessa realtà dei pazienti

Da tempo ci sono studi in questo senso ma ora il tema torna d’attualità. Svelarne la realtà e i suoi significati può essere di portata fondamentale per il futuro. Può servire cioè a comprendere meglio il virus e quindi ad affrontarlo con maggiore consapevolezza medica e scientifica se, invece di sparire, dovesse diventare endemico come l’influenza (quindi più gestibile di ora). Benché sia ormai chiaro che le persone anziane, di sesso maschile e con patologie pregresse siano quelle più esposte ai rischi maggiori del Covid, non sempre la realtà è questa. Sono infatti molti gli anziani e malati che hanno superato senza problemi l’infezione, così come sono noti casi di giovani perfettamente in salute che hanno perso la vita per il Covid.

I soggetti “resistenti”

Tra le caratteristiche che rendono particolarmente subdolo il coronavirus vi è infatti la notevole differenza nella gravità dell’infezione. C’è chi si infetta ma resta completamente asintomatico o paucisintomatico (sintomi molto deboli). C’è invece chi risente di complicazioni molto gravi fino a giungere alla morte, magari perché già colpito da patologie pregresse. Esistono inoltre persone che pur essendo a stretto contatto con uno o più positivi, non solo non si ammalano, ma non contraggono nemmeno l’infezione. Il virus non li colpisce. Sono quelli che alcuni scienziati chiamano i “resistenti”. Gli scienziati ipotizzano che dietro questo scudo immunitario possa esservi la genetica. Ovvero che i resistenti al Covid siano protetti da una o più mutazioni le quali producano un effetto protettivo. Le prossime settimane ci diranno qualcosa in più mentre la campagna vaccinale, lentamente, si fa strada.