Ci avviciniamo a grandi passi all’estate 2021, la seconda dell’era Covid. Immersi in quella che molti già definiscono la terza ondata del Coronavirus, con le sue sempre più numerose varianti, quasi non ci accorgiamo che fra tre mesi sarà il tempo del turismo e delle vacanze.

Far ripartire il turismo

L’Unione europea adesso ha un piano. Un passaporto vaccinale per far ripartire il turismo. Se ne parla da un po’ ma oggi 16 marzo lo ha detto chiaramente la vicepresidente della Commissione europea e commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. “Perché una volta che potremo dimostrare di essere immuni al Covid-19 – ha affermato in un’intervista a RaiNews24potremo viaggiare con la sicurezza di non contagiare altre persone”. Per la Vestager “una delle cose che è preoccupante è la situazione dell’industria del turismo, questo settore ha sofferto moltissimo e tantissime persone vorrebbero tornare a viaggiare”. L’obiettivo è quindi “creare questa fiducia” anche perché “quest’estate l’occupazione di molte persone dipende da questo”.

Il digital green pass

Ma quando può arrivare e, soprattutto, come funzionerà il “certificato digitale verde”? Due giorni fa il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, ha auspicato che questa sorta di lasciapassare vaccinale sia messo in servizio “prima di giugno”. L’annuncio Ue sul certificato potrebbe arrivare già domani 17 marzo, o comunque a breve. Il documento dovrebbe contenere le informazioni relative alla vaccinazione. E indicare se qualcuno ha già gli anticorpi perché guarito di recente dall’infezione da Coronavirus. I problemi e i dubbi sorgono attorno all’uso che si vorrà fare di questo certificato.

I dubbi degli scienziati

La comunità scientifica non manca di mostrare perplessità sull’opportunità di farlo diventare un passaporto per la libera circolazione. “L’uso di queste informazioni come ‘lasciapassare’ al momento ha certe limitazioni, dal nostro punto di vista”, ha dichiarato la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon. “Perché non sappiamo per quanto tempo durerà” la riduzione di trasmissione “dopo l’infezione o dopo il vaccino”, ha aggiunto. Dubbi anche da parte dell’Oms. “Siamo d’accordo sui certificati di vaccinazione perché resti una traccia, ma non c’è una raccomandazione internazionale per l’utilizzo di un passaporto vaccinale”. A dichiararlo in audizione all’Europarlamento la direttrice del dipartimento d’immunizzazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, Katherine O’Brien. “Non ci sono le condizioni, mancano le prove su quanto i vaccini proteggano dalla contagiosità e dalla trasmissione”, ha spiegato.