Una serie evento con un cast internazionale. Una produzione che segna la nascita di un’alleanza tra tre grandi broadcaster pubblici europei (Rai, insieme a France Télévisions e alla tedesca ZDF). Un budget da trenta milioni di euro per otto puntate trasmesse in quattro prime serate su RaiUno a partire dal 23 marzo. Sono solo alcuni dei numeri di “Leonardo”, la serie TV che si propone di raccontare la storia di Leonardo Da Vinci, un genio la cui personalità complessa ed enigmatica rimane ancora oggi un segreto avvincente.
Girata completamente in inglese, “Leonardo” vanta un cast di livello composto da attori non solo italiani. Aidan Turner (Poldark, Lo Hobbit) interpreta il genio toscano. Giancarlo Giannini è Andrea del Verrocchio, l’artista nella cui bottega Leonardo fece il suo apprendistato. Matilda De Angelis (The Undoing, Veloce come il vento, ospite d’onore nella prima serata dello scorso Festival di Sanremo) veste i panni della bellissima Caterina da Cremona. Freddie Highmore (The Good Doctor, Bates Motel) è Stefano Giraldi, un rappresentante della legge a Milano, che si troverà a indagare su un mistero legato a Leonardo. E ancora, Alessandro Sperduti (I Medici, Nero a metà) è Tommaso Masini, collega di Leonardo nella bottega del Verrocchio; Flavio Parenti è Bernardo Bembo, ambasciatore veneziano presso il Duca di Milano; James D’Arcy (Dunkirk, Avengers: Endgame) è Ludovico Sforza, il Reggente di Milano.
Ognuno degli otto episodi si concentra su una delle opere di Leonardo, alcune radicate nella memoria collettiva, altre meno note al grande pubblico. La serie si propone di svelare il mistero dell’uomo nascosto dietro al genio, e vuole raccontare come l’artista più grande che il mondo abbia mai conosciuto, scopra che esiste qualcosa di più importante dell’arte.
“La bellezza di questa serie-evento, oltre alla grandezza del cast, è data dal fatto che il regista, gli sceneggiatori, il direttore della fotografia, il costumista sono entrati nella testa di Leonardo e sono riusciti a raccontare il suo punto di vista” ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione Maria Pia Ammirati, responsabile della direzione di Rai Fiction.
“Leonardo è una serie ricca di sorprese, una fiction biografica dove la tensione è sempre alta, ci sono tanti colpi di scena e un grande amore al centro, anzi due: quello per l’arte (i disegni, le pitture, le grandi macchine, le sculture in bronzo) e quello vero, che come una corda tesa ci conduce dal primo all’ultimo episodio. E’ un racconto di cultura alta ma anche un racconto popolare, fruibile per tutti”.
Grandissimo il lavoro di ricerca e studio condotto da un pool di sceneggiatori guidati da Frank Spotnitz, Steve Thompson e Gabbie Asher. Grande il rispetto della verità e della storia, su cui si innestano anche elementi di finzione e invenzione.
“Abbiamo letto un numero esagerato di biografie, incontrato storici nel Regno Unito e in Italia, ci siamo confrontati con una serie di esperti cui abbiamo letto i nostri trattamenti” ha raccontato lo sceneggiatore e creatore Spotnitz.
“Abbiamo fatto un lungo elenco di persone che conobbero e frequentarono Leonardo e li abbiamo resi i traghettatori di tutta la storia. Il processo di sviluppo per arrivare all’essenza di un uomo così complesso è stato molto lungo. Volevamo riuscire a raccontare in modo vero Leonardo, per trovare una connessione con il mondo di oggi. Questo tipo di serie funziona un po’ come una macchina del tempo, e proprio in questo consiste la loro modernità. Molti dei demoni che hanno affrontato Leonardo e i suoi contemporanei, sono simili ai nostri”.
Da parte del produttore Luca Bernabei, amministratore delegato di Lux Vide che ha co-prodotto la serie, l’interesse per il Rinascimento era già stato dimostrato con la realizzazione di tre stagioni de “I Medici”.
“Leonardo” non fa che confermare la voglia di indagare nella mente dei grandi personaggi italiani conosciuti in tutto il mondo.
“Leonardo appartiene al mondo intero. Per compiere questo cammino ci sono voluti tre anni di lavoro, cinque mesi di riprese, migliaia di comparse, centinaia di addetti ai lavori. Abbiamo ricostruito in studio prima Firenze e poi Milano: abbiamo dovuto farlo per questioni di sicurezza, per far sì che tutti gli attori e i tecnici potessero lavorare in una situazione protetta e sicura dal punto di vista sanitario. Siamo stati i primi a ricominciare a girare, lo scorso 14 giugno” ha commentato con orgoglio Bernabei, che così ha spiegato la sua fascinazione per il genio toscano.
“Quello che mi ha colpito è la sua curiosità: Leonardo era molto assetato di conoscenza, dormiva pochissimo, la sua mente era sempre in moto, e questo è testimoniano dalle centinaia di bozzetti che ha lasciato. Era lui stesso una macchina, i suoi ingranaggi non si fermavano mai. Questa è una grande esortazione a credere nel genere umano, un grande messaggio di speranza.
Con la sua mania per la precisione e per il dettaglio Leonardo ci insegna che il genio da solo non ce la fa, l’unico modo di compiere un’opera è farla insieme. La perfezione non è di questo mondo, la passione e il coraggio lo sono. Questo ci insegna che insieme anche noi usciremo da tutto quello che stiamo vivendo”.
Notevole il lavoro fatto sui costumi a cura di Alessandro Lai, sulla fotografia curata da Steve Lawes (bellissime le scene in interne illuminate da candele) e sulla ricostruzione dei luoghi. La serie è stata girata in oltre cinquanta location tra interni ed esterni, principalmente nel Lazio.
Un set di oltre 20,000 metri quadrati a nord di Roma, che ha richiesto 5 mesi di progettazione e oltre 22 settimane di lavorazione per ospitare le ricostruzioni rinascimentali di Firenze e Milano.
Sotto la guida dello scenografo Domenico Sica hanno collaborato alla realizzazione delle scenografie circa 200 maestranze fra stuccatori, scultori, pittori, decoratori, disegnatori e la squadra degli effetti visivi. Inoltre, sono stati 500 gli addetti ai lavori coinvolti, oltre 1,900 le ore di lavorazione complessive, 3,000 le comparse e 2,500 i costumi utilizzati.
Leonardo: una produzione che ha lasciato entusiasti e soddisfatti anche gli interpreti, a partire da Aidan Turner che incarna Leonardo
“Mi sono preparato molto per calarmi in questo ruolo, ho parlato spesso con gli sceneggiatori, ho letto molte fonti e biografie. E poi sono stato fortunato perché due settimane prima dell’inizio delle riprese al Louvre c’era una mostra bellissima dedicata a Leonardo.
Ho potuto vedere moltissime sue opere praticamente da solo, ho stabilito un rapporto molto intimo con esse, è stata un’esperienza profonda e rivelatrice per me. Conoscere bene Leonardo è stato un processo lungo e complesso, ma sono davvero felice di aver fatto parte di questo meraviglioso progetto”.
Da parte sua, Matilda De Angelis ha confessato di non sapere molto a proposito di Caterina da Cremona, migliore amica di Leonardo, sicura di sé, affascinante, diretta ma anche vulnerabile e fragile.
“Non sapevo dell’esistenza dei molti bozzetti e quadri andati persi che Leonardo dedicò a Caterina. Questa donna aveva lo stesso nome della madre di Leonardo, ed è stato divertente per me inventarla, avendo pochi punti di riferimento. Devo dire che la sceneggiatura era molto ben scritta, e per questo devo ringraziare gli sceneggiatori e anche il mio straordinario compagno di set. Per me Leonardo ormai è solo Aidan Turner!”
Su Leonardo, invece, la giovane protagonista di serie come Tutto può succedere e The Undoing era ben preparata.
“Sono stata sempre affascinata da lui e dalle sue opere, sin dai tempi della scuola. Mi attraevano la sua follia e il mistero che da sempre lo circonda. Al Liceo mi colpì il fatto che, per fare al meglio i suoi studi anatomici sul corpo femminile, dissotterrava i cadaveri delle donne. Non mi disgusta il fatto che la sua passione possa andare oltre i termini della ragione. Aver avuto la possibilità di interpretare la sua migliore amica mi ha reso molto orgogliosa e contenta”.
Nei panni di Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, c’è il camaleontico Giancarlo Giannini, entusiasta della parte affidatagli.
“Verrocchio è un personaggio straordinario. Fare serie e recitare rimangono un lavoro di fantasia, gli attori raccontano delle favole, quello che non sanno se lo inventano. Lo spettacolo è questo, una bella favola che raccontiamo ai grandi. Leonardo è Leonardo, un genio vero, il più grande che sia mai esistito.
Anche Verrocchio era uno che sapeva dipingere, aveva una bottega straordinaria, e io mi sento un po’ come lui nel senso che mi diverto a fare un po’ di tutto. La cosa più importante che Verrocchio ha insegnato a Leonardo è l’uso della luce e del controluce, la trasparenza di essa. Tutti gli dobbiamo molto”.
Molto intrigante anche il ruolo interpretato da Freddie Highmore, che della serie è anche produttore esecutivo. A lui il compito di portare in vita Stefano Giraldi, amico o nemico di Leonardo?
“Giraldi è un uomo di legge che deve indagare su un omicidio che in qualche modo coinvolge Leonardo. Per capire se sia suo alleato o avversario bisognerà vedere la serie fino alla fine! Quello che mi piace di questo personaggio è il fatto che è una persona che vuole conoscere la verità, non è un investigatore che tende a prevaricare per estorcere una confessione.
Giraldi ha a cuore la verità, vuole capire chi è l’essere umano dietro l’artista che tutti ammiriamo. Mi ha fatto piacere lavorare con Aidan in tante scene, è straordinario nei panni di Leonardo perché sa dare vulnerabilità e umanità al personaggio. Mi ritengo molto fortunato ad aver fatto parte del progetto”.
Lavoro di studio, ricerca e racconto della verità si mescolano anche a un po’ di invenzione, di fiction vera e propria. In fondo, come sottolinea Luca Bernabei, “Leonardo” è una fiction, non un documentario.
“Ci siamo ispirati a fonti vere, abbiamo studiato tantissimo perché così opera Lux Vide. Gli sceneggiatori raccontano una storia e hanno necessità di inventare qualcosa tra un evento e l’altro di una vita che ha molti punti oscuri.
Quella di Caterina da Cremona, ad esempio, è vera in quanto sono stati trovati molti contratti in cui Leonardo la richiedeva come modella per le sue opere. Alcuni eventi sono stati interpretati e creati ad arte per raccontare meglio la storia, ma nulla è stato stravolto o travisato.”
“Gran parte di quello che si vede nella serie emerge dagli elementi biografici noti della vita di Leonardo” aggiunge lo sceneggiatore Spotnitz.
“Ci sono vari episodi un po’ misteriosi, sappiamo ad esempio che Caterina è esistita e poi è sparita nel mistero: di lei esiste un ritratto e una nota scritta a un servitore che fa riferimento a un viaggio da lei compiuto. La storia della loro amicizia è appassionante ed intrigante, e si basa su tantissimi frammenti di realtà che abbiamo studiato.
Abbiamo cercato di rifarci il più possibile alla verità, volevamo intrattenere il pubblico e aiutarlo a comprendere il genio di Leonardo, abbiamo cercato di cogliere l’essenza umana dietro l’artista, i conflitti con se stesso e con la società dell’epoca”.
L’appuntamento con l’arte, il genio, e la storia personale di Leonardo, è martedì 23 marzo in prima serata su RaiUno, quando verranno trasmesse le prime due puntate della serie.