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“Io dico io”: la mostra al femminile della Galleria Nazionale è on-line

Con il supporto di Dior

I musei nella maggior parte d’Italia sono stati costretti a chiudere, in seguito all’ultimo DPCM del 2 marzo 2021. La stessa sorte è capitata, quindi, anche alla mostra Io dico io – I say I, aperta al pubblico soltanto il primo di marzo alla Galleria Nazionale di Roma. Realizzata grazie al sostegno di Dior, in esposizione vi sono i lavori di ben 50 artiste di diverse generazioni. Anche la curatela è stata affidata a tre donne: Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini.

Tuttavia, l’istituzione museale romana ha messo a disposizione dei contenuti digitali molto interessanti che hanno a che fare con la mostra. Infatti, in questa pagina, si potranno vedere diverse videointerviste alle artiste, ottenere maggiori informazioni riguardo alle opere in esposizione e acculturarsi circa la tematica del femminile. Si tratta quindi di uno strumento assai utile, sia per coloro che desiderano arricchire le proprie conoscenze, sia per coloro che desiderano visitare la mostra – non appena sarà possibile – con qualche nozione in più.

Il concept della mostra

Liberamente tratto da Carla Lonzi – critica d’arte e teorica femminista – Io dico I – I say I nasce allo scopo di dare la possibilità alle donne di parlare in prima persona per affermare la propria soggettività. L’obiettivo è, quindi, riunire diverse voci, consonanti e dissonanti, per comporre una sola moltitudine. Inoltre, questa collettiva vuole essere un’indagine sul presente intesa ad abbattere schematismi e pregiudizi a partire da storie, immaginari e sguardi che riguardano il femminile.

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ph_Monkeys VideoLab​​

Le artiste – seppur in differenti contesti storici e sociali – raccontano la propria autenticità fornendo allo stesso tempo diverse sfaccettature del proprio modo di abitare il mondo. L’autorappresentazione, la scrittura come racconto di sé e la resistenza all’omologazione sono soltanto alcuni dei temi affrontati dalle protagoniste della mostra, espressi tramite le tecniche espressive più varie. In esposizione compaiono, infatti, video, fotografie, installazioni ed altro ancora. Io dico io – I say I non inventa nuove parole, ma approfondisce quella che abbiamo – femminismo – presentando modi differenti e insoliti di dare corpo ad una questione di interesse collettivo.

L’Archivio Carla Lonzi

Il percorso di Io dico io – I say I parte dal Salone Centrale della Galleria per poi relazionarsi in maniera molto naturale con la collezione permanente. Inoltre, in un’altra sala del museo sono presentate 78 immagini originali provenienti dall’Archivio Carla Lonzi, selezionate dalle 105 complessive che illustrano Autoritratto. Quest’ultimo è il titolo di un libro scritto dalla stessa Lonzi nel ’69 che segna uno spartiacque importante per la lettura dell’opera d’arte e per la posizione della critica d’arte. Ceduto dal figlio Battista Lena nel 2018, l’Archivio Carla Lonzi è stato oggi completamente ordinato, inventariato, catalogato e digitalizzato dalla Galleria Nazionale. Può anche essere consultato on-line su Google Arts & Culture alla pagina g.co/womenup

Il catalogo

La mostra è accompagnata da una pubblicazione a cura di Silvana Editoriale. Tra i tanti professionisti che hanno contribuito ricordiamo, oltre alle curatrici, Maria Grazia Chiuri, Massimo Mininni, Giovanna Coltelli, Vera Gheno e Annarosa Buttarelli.

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Le artiste

Tante sono anche le artiste che partecipano alla collettiva, ci limitiamo a citare Carla Accardi, Pippa Bacca, Vanessa Beecroft, Elisabetta Benassi, Rossella Biscotti, Irma Blank, Renata Boero, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Chiara Camoni, Ludovica Carbotta, LisettaCarmi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Adelaide Cioni, Daniela Comani e Daniela De Lorenzo. Per conoscere l’elenco completo, si consiglia di visitare questa pagina

INFORMAZIONI

 Io dico io – I say I

a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini

Ad oggi solo on-line a questo link

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

www.lagallerianazionale.com

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Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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