Smart working e conseguenze: uno studio rivela che è peggiorata la salute degli italiani
Più ombre che luci sulla modalità di lavoro agile
La pandemia ci ha fatto scoprire il lavoro da remoto e con esso anche le conseguenze che il lavoro a distanza comporta. Non buone purtroppo. E ciò che emerge da uno studio condotto un anno dopo l’avvento del terribile covid-19. Con l’effetto isolamento, le conseguenze dello smart working, riguardano purtroppo l’aspetto fisco e la forma, sia fisica sia mentale, e anche il work-life balance che non migliora proprio per tutti. La situazione si fa più critica per le donne. Non è facile immaginarlo. Stando in casa si trascura l’abbigliamento e si tende a mangiare di più.
Alcuni smart worker più previdenti cercano di reagire e puntano al benessere attraverso alimentazione, prodotti per la cura del corpo e l’attività fisica. Questa situazione riguarda la maggior parte di noi. Da febbraio 2020, infatti, ben il 53% degli italiani ha provato, anche occasionalmente, lo smart working. Quasi la metà di chi ha lavorato da casa per periodi più lunghi non si sente in forma. Il 41% è addirittura in sovrappeso od obeso.
Smart working e conseguenze: l’identikit dei lavoratori a distanza
La fotografia dei lavoratori da remoto ci mostra che chi pratica il lavoro agile sono in prevalenza i giovani. Persone che vivono nelle grandi città e appartengono ad una classe sociale medio alta. Rispetto ai “colleghi d’ufficio” temono maggiormente di peggiorare lo stato della propria forma fisica. Le conseguenze dello smart working portano il terrore di ingrassare. Si cerca di compensare questa paura svolgendo una più intensa attività sportiva. Le persone leggono più libri, fanno meditazione, ma tendono a mangiare di più quando sono infelici o di cattivo umore.
È l’identikit dello “Smart Worker” secondo l’Osservatorio ARIIX sul benessere degli italiani. L’indagine commissionata dall’azienda americana specializzata in prodotti naturali per la cura della persona ad AstraRicerche. La Società dedica proprio al lavoro agile un focus ad hoc per analizzarne gli effetti sulle persone. Un esercito di lavoratori che da febbraio 2020 è cresciuto esponenzialmente, tanto da coinvolgere oltre la metà degli italiani (53%) da 18 a 70 anni, anche se con livelli differenti. Il 14% ha sperimentato questa modalità di lavoro raramente. Ben il 40% ha trasformato la propria abitazione in ufficio per determinati periodi o in modo regolare e per molto tempo.
Eppure, dietro al lavoro agile si nascondono anche molte ombre: lavorare da casa per lunghi periodi, infatti, non sembra aver portato grandi benefici
A livello generale ha contribuito al peggioramento del proprio aspetto e della propria forma, sia fisica sia mentale. A subirne le maggiori conseguenze sono le donne. E anche il tanto agognato Work-life balance per molti non è affatto migliorato, non di rado è peggiorato. Ma come si sentono oggi gli “smart worker”? Considerando diversi fattori come peso, tono muscolare e forza fisica, complessivamente quasi la metà degli intervistati (48%) che lavorano a lungo o in alcuni periodi da casa non si sente completamente in forma o al massimo così così.
Un dato confermato anche dall’indice di massa corporea che vede ben il 41% delle persone in uno stato di sovrappeso o addirittura obesità. Il livello di tonicità fisica, considerato in assoluto il fattore più critico. Il 53% di chi fa lavoro agile dichiara infatti un peggioramento del proprio tono. A lamentarsi in particolar modo sono proprio le donne (59%). Ma la metà degli “home-worker”, secondo l’Osservatorio ARIIX, ha avuto ripercussioni anche sullo stato di benessere mentale, con le donne che ancora una volta sono più sensibili a questo aspetto (57%).
Lo smart working e le sue conseguenze hanno portato a non recarsi più in ufficio, a non vedere più i colleghi e ad avere meno rapporti con l’esterno
Ciò ha innescato inevitabilmente un effetto “isolamento”. Le persone hanno trascurato sia il proprio aspetto fisico, peggiorato per il 45% del campione, sia l’abbigliamento, per il 44%. Più contenuto, ma pur sempre significativo, l’impatto sullo stato dei capelli e della pelle, critico rispettivamente per il 37% e il 33% dei rispondenti. Insomma, è venuta meno l’abitudine a prendersi cura di se stessi e del proprio aspetto. Un capitolo della ricerca riguarda l’equilibrio lavoro e famiglia, considerato da sempre uno dei pilastri dello smart working. Eppure il tema del work-life balance sembra non trovare tutti d’accordo. La situazione è infatti migliorata solo per il 26% degli intervistati, mentre per il 36% è rimasta stabile e per ben il 39% è addirittura peggiorata.
Le donne (44%) sono nella posizione più critica. Questo perché in Italia il carico familiare è ancora fortemente sbilanciato verso l’universo femminile che si trova a dover gestire la maggior parte delle attività all’interno delle mura domestiche spesso sacrificando il suo spazio professionale. E con il lockdown questa situazione si è ulteriormente acuita. La maggiore presenza in casa di tutta la famiglia le ha caricate di maggiori impegni extra-lavorativi, come più pasti da preparare o i figli da seguire nella didattica a distanza.
Alcune conseguenze dello smart working sono state positive, anche se gli italiani hanno cercato di reagire per migliorare il proprio benessere
Il 49% dei lavoratori che svolgono il lavoro da casa in modo continuativo o in alcuni periodi afferma infatti di essere stato attento all’alimentazione, mentre quasi quattro su dieci (38%) dichiarano di aver utilizzato più che in passato prodotti per la cura del viso e del corpo e il 33% per la cura dei capelli. Quasi un terzo (31%), invece, ha puntato sull’attività fisica. Un’ultima curiosità. Mentre le donne si prendono cura del corpo, del viso e dei capelli aumentando l’uso di prodotti specifici, gli uomini si dedicano maggiormente all’attività fisica e prestano maggiore attenzione all’alimentazione.
“Con l’Osservatorio ARIIX abbiamo voluto indagare il rapporto degli italiani con tutto quello che riguarda il loro benessere – afferma Icham Benallal, Area Director EMEA/CIS di ARIIX. “ Il lavoro rappresenta una componente importante nella vita delle persone, in grado di influenzare tutte le altre sfere della vita, da quella privata a quella sociale. E lo smart working ha cambiato molte di queste regole. Ma se nei primi mesi gli aspetti positivi del lavoro agile superavano di gran lunga quelli negativi, adesso stiamo assistendo a un’ inversione di tendenza e iniziano ad affiorare alcuni timori.”
Ed ancora: “Tra gli aspetti che preoccupano maggiormente lo smart worker rientra il peggioramento dello stato del proprio aspetto fisico e cercano di reagire attraverso un’attività sportiva più intensa, una sana alimentazione e un maggiore utilizzo di prodotti per la cura della persona. Da sempre ARIIX ha come obiettivo quello di aiutare le persone a prendersi cura del proprio benessere, ed è per questo che consigliamo di scegliere accuratamente i prodotti puntando su principi naturali, in grado di generare effetti positivi nel breve e a lungo termine.”
ARIIX è una società internazionale di opportunità uniche e rivoluzionarie che realizza prodotti efficaci e privi di tossine
Ciò grazie alla collaborazione con esperti di fama mondiale e commercializzati attraverso una rete di Incaricati indipendenti. L’opportunità e i marchi ARIIX sono disponibili in Australia, Canada, Grande Cina inclusi Hong Kong SAR e Taiwan SAR, Giappone, Kazakistan, Messico, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Israele, Irlanda, Italia, Russia, Singapore, Corea del Sud, Svizzera, Indonesia e Stati Uniti.
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