Storie e Personaggi

I 700 anni di Dante, Dacia Maraini: “Ci ha insegnato il rispetto e l’amore per le donne” [ESCLUSIVA]

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Dire Dante sommo poeta è una frase fatta che non ci parla più. Sembra stia lassù in alto, austero, il naso adunco, il capo adornato di alloro. Uno fra i più nobili dei nostri antenati, forse il più indiscutibile. Ma scollato dal tempo, al più immerso nel suo, così lontano dal nostro. Invece l’Alighieri è un uomo “di una grande contemporaneità”. Ce lo indica così Dacia Maraini, che ha gentilmente concesso a VelvetMag un colloquio in vista del “Dantedì“: il giorno di dopodomani 25 marzo, ribattezzato in modo originale perché costituirà il momento-evento delle celebrazioni italiane per i 700 anni dalla morte di Dante, avvenuta a Ravenna il 14 settembre 1321.

“Ha unito l’Italia col linguaggio”

Maraini, una delle scrittrici e intellettuali italiane più importanti al mondo, che è anche poetessa, drammaturga, saggista e sceneggiatrice, ci invita a considerare la figura di Dante Alighieri da un punto di vista inedito. Sono due, infatti, gli aspetti grazie ai quali – sottolinea -, il poeta è a noi così contemporaneo. Innanzitutto sotto l’aspetto del linguaggio. “L’italiano di Dante è bellissimo e da riscoprire – spiega Dacia Maraini – proprio oggi che ‘infiliamo’ un termine in inglese ogni due o tre parole. Egli ha in qualche modo inventato l’Italia, unificandola con la nostra lingua, l’italiano, secoli prima che il Paese diventasse unito politicamente”.

“Ha valorizzato la donna, anche adultera”

Giunge però fresco un altro sguardo di Maraini su Dante. Lei, infaticabile combattente per i diritti delle donne e per una società più giusta e paritaria nel rapporto fra i sessi, punta l’attenzione su ciò che nessuno fa mai notare. “Dante fa emergere, per la prima volta, il rispetto e l’amore per le donne. Questo è un aspetto che non si fa mai rilevare – sottolinea -. Ricordiamoci che nella società del suo tempo le donne erano trattate come oggetti di proprietà”. L’Alighieri, invece, “attraverso l’adesione all’amor cortese (concezione filosofica, letteraria e sentimentale dell’amore, all’epoca dei trovatori delle corti provenzali, ndr.) mostra la donna sotto un’altra luce. Beatrice è la donna angelicata, cioè da rispettare e da amare“. Ma non basta. Il Dante di Dacia Maraini è a suo modo un rivoluzionario, diremmo oggi. “Le donne adultere venivano uccise al tempo di Dante – spiega ancora Dacia Maraini -. Beatrice era adultera così come Dante lo era, in quanto sposato con Gemma Donati.” Il loro amore rappresenta, dunque, una novità perché pone in primo piano il valore della persona, e della donna in particolare, oltre le convenzioni sociali.

Gli eventi del Dantedì

Ripensiamolo Dante. Rileggiamolo, a prescindere da una perfetta comprensione del testo, e senza farci ossessionare dalla necessità di padroneggiarne pensieri e parole. Piuttosto amandone lo scorrere della lingua, la nostra lingua italiana, consapevoli della “contemporaneità”, per dirla con Dacia Maraini, del famigerato sommo poeta. Per il resto: l’appuntamento è per giovedì 25 marzo, in occasione del Dantedì. In programma numerosi eventi, tutti rigorosamente in streaming, causa pandemia, che un po’ ovunque in Italia gli vengono tributati per onorarlo e per ricordare i 700 anni dalla sua morte. Sono in calendario conferenze, dirette web, concerti e manifestazioni. Spicca in particolare il momento in cui Roberto Benigni leggerà il XXV canto del Paradiso della Divina Commedia al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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