Ancor prima di pubblicare il suo primo libro, Eleonora Petrella ha conquistato il primo posto nella classifica di Amazon. Classe 1991, Eleonora è una fashion influencer che ha coinvolto il pubblico social con tantissimi consigli e dritte sul mondo della moda (e non solo). Ad oggi, è tra le fashion influencer più amate e seguite del web.
Con Mondadori, ha coronato un altro grande sogno della sua vita: Non ho niente da mettermi (tranne il sorriso) è il suo primo libro, in arrivo in tutte le librerie (digitali e fisiche) oggi 23 marzo 2021. Quello realizzato dalla fashion influencer, oltre ad essere un manuale da custodire gelosamente, è anche la prova che sognare è vero che non costa niente, ma molte volte può anche portare nelle nostre vite una bellissima realtà, un traguardo che regala gioia soltanto a pensarci.
Eleonora Petrella ha coltivato una passione che ha avuto la fortuna di diventare ben presto un lavoro a tutto tondo. Ha dapprima aperto un blog, dove ha raccolto i suoi consigli, dopodiché è passata sui social diventando una YouTuber e una Fashion Influencer. Il suo manuale di stile è ricco di consigli su cosa, come e quando indossare un determinato capo o colore. Ad aiutarla in questa bellissima avventura la matita di Enrica Mannari, designer che si è occupata del lato grafico del libro. Abbiamo chiacchierato con Eleonora Petrella a pochi giorni dall’uscita del suo primo libro.
Intervista esclusiva di Velvet Mag a Eleonora Petrella
Da dov’è arrivata l’idea di scrivere un libro?
Ho sempre amato scrivere, scrivo praticamente da sempre, prima di essere una YouTuber scrivevo sul blog e prima ancora sui miei diari segreti. Quando mi è stato proposto di scrivere un libro ho accettato subito perché mi è sembrato un buon modo di essere ancora di più al fianco delle persone che condividono questo percorso insieme a me, voleva dire poter essere sul loro comodino o nella loro borsa e per me è fonte di gioia.
Nel tuo libro spieghi che, prima di qualsiasi scelta, nella moda come nella vita, è importante conoscersi. Quando e come hai imparato a conoscerti?
Credo si impari nel momento in cui si realizza che siamo nate per essere reali e non perfette e che è la nostra stessa unicità e autenticità a renderci tali. Credo al contempo che non si finisca mai, è un processo, perché siamo esseri mutevoli e trovo giusto che il nostro gusto, il nostro senso estetico e anche la nostra immagine cambino di pari passo con quello che siamo dentro che poi è il frutto delle esperienze che viviamo. Prima ce ne rendiamo conto, prima si comincia una relazione più serena con noi stesse che è fondamentale, visto che siamo le persone con le quali trascorreremo tutta la nostra vita.
Da arma di difesa ad arma d’attacco, così descrivi il tuo stile. Vuoi raccontarmi com’è cambiato il tuo modo di vestire nel tempo?
Il mio stile è in continua evoluzione, parli con una persona che ha avuto i capelli platino, viola, azzurri. Io questa trasformazione la vivo in toto, perché non mi sono mai preclusa nessuna possibilità di espressione. Certo, alcuni outfit del mio passato sono sicuramente più opinabili, ma credo che sperimentare sia giusto oltre che divertente. Osare in genere fa paura, ma finché non si prova non si sa realmente cosa ci rispecchi di più, talvolta preoccupa il giudizio altrui ma il parere di chi per noi vale zero dovrebbe valere altrettanto. Altre volte è l’abitudine a fermare (“no io non metto mai colori pastello”, “no io non indosso mai le gonne”, “no io non sto bene con i cappelli”). Viviamo una vita piena di sfide e prove estenuanti, come può mai fermarci un outfit?
Solo perché non è coerente con il look del giorno precedente? O perché non rispecchia l’umore del giorno precedente? Il nostro umore non è lo stesso ogni giorno, a quel punto a mio avviso occorre sperimentare, è un’analisi valutativa, serve per indirizzarci verso le scelte che ci rappresentano di più senza porci delle etichettature che risultano limitanti. È proprio mixando i capi, gli accessori, le scarpe che ci piacciono di più che si può trovare così il nostro stile, in attesa di quello successivo.
Sei amatissima e seguitissima sui social. Dei messaggi ricevuti finora qualcuno ti ha messo più in difficoltà rispetto ad altri? Quale invece ti ha stupito di più?
Sono fortunata perché mi sento circondata da persone che gioiscono con me e per me. Ci sono stati un paio di profili che hanno tirato fuori il loro peggio ai quali io non ho mai risposto, perché chi getta fango si sporca prima. I messaggi che mi stupiscono – o meglio inorgogliscono – sono da parte di ragazze che si sentono motivate dalla mia avventura, tanto lavorativa quanto quella sentimentale. Io ho cambiato vita a vent’anni per amore lasciando casa, famiglia, amiche e mi è andata molto più che bene. Sono contenta che si sentano spronate a essere ciò che sono destinate ad essere, cioè felici.
Qual è il tuo tallone d’Achille (nella vita e anche nella moda)?
Penso sia noto a tutti, il mio tallone d’Achille credo possa coincidere con la mia altezza e la mia voce, che non è particolarmente soave. Con gli anni ho imparato ad accettarmi e a riderci su, mi rendo conto che senza la mia vocina non sarei io. Mi piace ironizzarci, mi piace anche credere che si possa riuscire a fare ciò che si ama – come lavorare nella moda – anche essendo piccola. Io mi raffronto con modelle, ex modelle, personaggi televisivi che sono meravigliose ragazze molto alte. Oppure realizzare video pur avendo una voce acuta. Fare ciò che si ama anche senza rispettare determinati canoni che in partenza sembrano imprescindibili. Quando ho pubblicato il primo video ho avuto un vero e proprio blocco, ho pianto quel giorno per quanto lo desiderassi, per quanto mi sentissi molto propensa a realizzare video piuttosto che una semplice foto avevo tanto timore. Poi s’impara a conviverci.
L’esperienza più bella che hai vissuto come fashion influencer?
Al momento? Il libro. Perché l’ho immaginato davvero per anni. Ogni percorso è a sé e il libro che ho pubblicato non è la mia autobiografia, però è un manuale in cui io ho potuto trascrivere tutto quello che ho potuto fare in video, tutti i consigli, le curiosità, i suggerimenti che mi hanno portato ad arrivare qui. Per una persona che è partita da zero, mettere su carta tutto il lavoro di anni è stato emozionante. Prima il libro viveva solo nei miei sogni, ora è un sogno nella mia vita.
Sei stata alla Mostra del cinema di Venezia lo scorso anno con Enzo Miccio: come hai vissuto quell’esperienza?
L’ho vissuto con il cuore a mille. Io sono anche molto emotiva, quindi l’emozione mista ad agitazione mista a terrore di quel momento è stata indescrivibile. Venezia è una città magica che durante i giorni del Festival è tanto frizzante quanto suggestiva, è stata la mia prima volta e poterla vivere insieme ad Enzo è stato un vero onore. Io lo apprezzo da sempre, ma quando ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente ancora di più, è un grande professionista, una persona gentilissima, disponibile ed è un vero galantuomo. Mi ha anche sistemato la coda dell’abito sul red carpet: io avevo un abito molto bello e luminoso, ma credo che dai miei occhi uscisse ancora più luce per tutta l’emozione che contenevo.
«Mi sprona a dare veramente il mio massimo quotidianamente, perché sento di avere questa piccola responsabilità e cerco di custodirla come un tesoro da proteggere»
Una chicca del tuo manuale: chi ha lavorato alla parte grafica?
Ho avuto la possibilità di lavorare con un’illustratrice che adoro e che ora posso definire anche un’amica, Enrica Mannari. La sua arte mi ha conquistata sin dal primo momento in cui l’ho scoperta lo scorso anno su Instagram. Come l’ho vista ho sentito l’esigenza che fosse lei ad occuparsi della parte grafica, siamo entrate subito in sintonia, riusciva a capire al volo cosa io avevo in mente e lo rendeva ancora più bello di come lo avessi immaginato, ci siamo divertite molto insieme ed è stata in grado di aggiungere quel quid in più a ciò che io scrivevo, arrivava dove io con le parole per ovvi motivi non riuscivo ad arrivare. Abbiamo fatto tutte le illustrazioni al telefono, trascorrevamo le ore a lavorare ed è nata una bella amicizia.
Nel tuo libro hai parlato dei tuoi punti di riferimento quand’eri un’adolescente. Ci pensi che oggi invece sei tu quel punto di riferimento per tante altre ragazze? Come ti fa sentire?
Mi sprona a dare veramente il mio massimo quotidianamente, perché sento di avere questa piccola responsabilità e cerco di custodirla come un tesoro da proteggere. Non posso piacere a tutti e non ho questa pretesa, ma spero di essere un punto di riferimento anche per chi non mi apprezza in toto o in parte, perché in qualche modo posso anche spronare loro a fare di più, a fare di meglio.
Profumo e accessorio di cui non puoi fare a meno?
Io ho una vera dipendenza dai profumi, ma la mia preferenza è strettamente correlata al mese, alla stagione, al look e anche dal mio mood, sarebbe impossibile sceglierne solo uno. Se proprio devo, opto per Irresistible di Givenchy. Per gli accessori, non esco mai senza anelli, mi sento nuda altrimenti.
Parlando invece del giorno del tuo matrimonio: chi ti ha aiutato a scegliere il look?
Per il grande giorno ho portato con me mia mamma e le mie sei (sì, sei) damigelle! È stato pazzesco, perché oltre al loro consiglio sono state in grado di fornirmi il loro supporto oggettivo, basato sul mio gusto personale (ed è una cosa fondamentale per un passo così importante, non bisogna far prevalere il proprio gusto perché la sposa è una soltanto, bisogna sempre ragionare nella sua ottica). Oltre al loro amore, ho avuto il supporto di Nicole Cavallo e Alessandra Rinaudo che hanno realizzato entrambi i miei meravigliosi abiti. Mi sono affidata a loro ad occhi chiusi e lo farei altre dieci milioni di volte, perché quando si ha a che fare con professioniste del genere si va sempre sul sicuro. Sono andate oltre la mia immaginazione e mi hanno fatto sentire speciale come tutte le spose dovrebbero sentirsi quel giorno.
Chi ti segue sui social lo sa bene: com’è il rapporto con tua mamma?
Gli occhi lucidi valgono come risposta? Mia mamma per me è vita, io ho imparato tutto da lei, tutto tranne a fare a meno di lei.
A chi sogna di diventare una fashion influencer, qual è il tuo consiglio?
Di partire da una passione, se non ci credi tu al tuo progetto nessuno potrà farlo al posto tuo. Essere la migliore versione di te stessa e non la brutta copia di qualcun altro, puntando all’originalità e all’unicità. Di studiare e aggiornarsi perché solo la preparazione distingue l’appassionato dal professionista e di fare anche una scelta sul tipo di pubblico da raggiungere. Il mio ad esempio è tutto femminile perché a me piace parlare delle donne con le donne per le donne. Poi indubbiamente il bello del web è la sua ampia democrazia perché c’è posto per chiunque abbia la voglia di provarci e la forza di riuscirci.