Storie e Personaggi

Muti e i concerti nell’Italia chiusa per Covid: “Teatro e musica, il nostro vanto nel mondo”

Il Maestro difende la cultura e chiama a raccolta per sostenere il mondo dell'arte

Torna a Napoli, la sua Napoli, il maestro Riccardo Muti. La città partenopea costituisce la seconda tappa della tournée che il celeberrimo direttore sta svolgendo con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Una serie di concerti organizzati dal Ravenna Festival. Il concerto registrato al Teatro Mercadante lo si potrà ascoltare e vedere in streaming sul web, gratuitamente, dalle ore 20 di stasera venerdì 26 marzo (sui siti di Ravenna Festival, Ansa, Regione Campania e Campania Teatro Festival). Il ritorno del Maestro nella sua città natale si è compiuto sotto il segno dell’attenzione per le nuove generazioni e della celebrazione della grande eredità musicale e culturale della Scuola Napoletana.

La grande musica anche a Palermo

Il concerto di questa sera si apre infatti con la Sinfonia spagnola da I due Figaro di Mercadante; è invece la Sinfonia n. 9 di Schubert, detta Grande, a completare il programma. Domenica 28 marzo si aprirà invece lo streaming del concerto al Teatro Massimo di Palermo, terza e ultima tappa di questa tournée italiana che contribuisce a riaprire, almeno virtualmente, le porte dei teatri nel nostro Paese.

Gli appelli accorati per la cultura

È questo un tema che sta profondamente a cuore a Riccardo Muti, quasi lo ossessiona. Il direttore d’orchestra che il mondo ci invidia ha lanciato, appena due giorni fa, un nuovo forte appello a difesa della cultura intervenendo dal Teatro Massimo di Palermo ai lavori del convegno sul tema Sud – Progetti per ripartire. “Faccio un appello – ha spiegato il Maestro – per i nostri teatri e per i nostri musicisti, che sono il vanto del nostro teatro nel mondo ma che ora piangono per tanti motivi. Parlo di ragazze e ragazzi che oggi sono letteralmente alla fame“. “Sto parlando di persone che studiano nei nostri conservatori. E ricordo che ancora ci sono regioni in cui non c’è un’orchestra o un teatro. E tutto questo accade in Italia, il Paese della musica. Chi pensa ad esempio ora alle bande che sono un vanto dell’Italia del Sud? “.

Fermare i tagli e investire sui giovani

Riccardo Muti chiede e cerca da almeno 45 anni un governante sapiente, che si prenda cura dell’immenso valore della cultura italiana. Lo chiede e lo richiede, fino allo sfinimento, come ha fatto anche il 25 marzo rivolgendosi al ministro per il Sud, Mara Carfagna, in video conferenza dal salotto del palco reale del Teatro Massimo. Inascoltato fino ad ora, il Maestro vede forse aprirsi uno spiraglio. L’Italia ha ricevuto da lui molto di più di quel che gli ha concesso. Ma quando si tocca il tema dell’educazione dei giovani, l’insegnamento della musica in tutte le scuole di ogni ordine e grado, la ripetuta richiesta di fermare i tagli alla Cultura, il Maestro fa sul serio.

Un anno di pandemia e sofferenze

Durante una recita di Aida all’Opera di Roma, dopo il Va pensiero, il pubblico chiese il bis che fu concesso. Tuttavia, prima di effettuarlo, Muti si girò verso la platea per invitare il Governo a non tagliare i fondi da destinare ai teatri, alle scuole, ai musei. Adesso, dopo un anno di inaudite sofferenze per gli italiani, Muti ha deciso di attraversare la penisola, da Bergamo, a Napoli, a Palermo. Per lui la musica ha unito l’Italia nei momenti più bui e certamente ha un potere taumaturgico.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio