Covid, Italia “chiusa” fino a maggio. Regioni: 10 in zona rossa dal 29 marzo
Ma la scuola fino alla prima media sarà riaperta
L’Italia resta “blindata” contro il Covid sino all’inizio del mese di maggio. E da lunedì prossimo 29 marzo metà del Paese sarà in zona rossa. Fino al 30 aprile, dunque, saracinesche abbassate e riapertura di teatri, cinema, palestre e piscine rinviata a data da destinarsi. Ma la scuola no. Come annunciato dal premier Draghi, bambini e ragazzi di nuovo in classe nelle zone rosse, fino alla prima media, già da dopo Pasqua.
Ogni giorno oltre 20mila contagi
Da lunedì 29 marzo Calabria, Toscana e Valle d’Aosta andranno ad aggiungersi alle 7 regioni e alla provincia autonoma di Trento in cui sono già in vigore le restrizioni più dure. Saranno dunque in zona rossa 10 regioni su 20, oltre, appunto alla provincia di Trento. Il Lazio torna invece in arancione. Con ancora 24mila casi e 450 morti in un giorno, il governo conferma la linea del massimo rigore anche dopo Pasqua.
Regioni rosse
La mappa dell’Italia, con cinque Regioni a rischio alto e 13 con l’Rt sopra l’1, resta dunque rosso-arancione. Calabria, Toscana e Valle D’Aosta vanno ad aggiungersi nella fascia con le restrizioni massime, dove già si trovano Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Veneto, la provincia di Trento e la Puglia. Regione, quest’ultima, dove il presidente Michele Emiliano ha firmato un’ordinanza che introduce ulteriori restrizioni: niente spostamenti verso le seconde case, negozi chiusi alle 18, aumento dello smart working per i dipendenti pubblici.
Regioni arancioni
Passa invece in arancione da martedì il Lazio, che ha un Rt a 0,97. Sono così otto le Regioni in questa fascia, oltre alla provincia di Bolzano, anche se in molte ci sono interi Comuni in zona rossa. In Sicilia, ad esempio, il presidente Nello Musumeci ha firmato l’ordinanza per tre Comuni dell’agrigentino – Comitini, Racalmuto e Siculiana – e Centirupe nell’Ennese, che si vanno ad aggiungere a Caltavuturo e San Mauro Castelverde. In Sardegna sono invece sette, con Pozzomaggiore in provincia di Sassari che si aggiunge a Golfo Aranci, Uri, Bono, Sindia, Samugheo e Sarroch.
Scuola in controtendenza
I primi segnali di inversione della curva epidemiologica del Coronavirus vanno però colti. E lo si fa sulla scuola: si tornerà in presenza fino alla prima media nelle zone rosse. Mentre in quelle arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori. Fino al 30 aprile, in ogni caso, niente spostamenti tra le regioni, saracinesche ancora abbassate per bar e ristoranti, riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri a data da destinarsi, zona gialla cancellata fino alla fine del mese.
Speranza: “Situazione delicata”
“Le misure adottate finora ci hanno dato un primissimo segnale di rallentamento, ma la situazione è ancora delicata”, dice il ministro della Salute Roberto Speranza. La scelta di prolungare la stretta ancora per un altro mese è stata condivisa nella cabina di regia. Ma ha provocato comunque tensioni nella maggioranza. Le ordinanze del Ministro della Salute, elaborate sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, andranno in vigore a partire da lunedì 29 marzo.