Non solo il lockdown per il fine settimana di Pasqua. Per tutto il mese di aprile l’Italia sarà divisa in zona rossa o arancione. Non ci saranno zone gialle né bianche, salvo deroghe locali a seconda dei dati del contagio. Il nuovo decreto legge varato dal Cdm sarà in vigore dal giorno 7. Dal ritorno a scuola in presenza ovunque (fino alla prima media) al divieto di fare visite agli amici nelle regioni in zona rossa, ad eccezione del weekend di Pasqua: ecco tutte le nuove misure.
Scuola, si riparte (piano)
Si tornerà in presenza anche nelle zone rosse fino alla prima media. Nelle regioni arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%. I governatori, a differenza di quanto è stato fino ad oggi, non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole.
Lockdown di Pasqua
Dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà in zona rossa, come a Natale. Non si potrà circolare neanche all’interno del proprio comune. È consentito, una sola volta al giorno, spostarsi in ambito regionale in massimo due persone più i minori di 14 anni conviventi per andare a trovare parenti o amici. È inoltre sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva all’aperto in forma individuale.
Spostamenti fra regioni
Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni. A meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Visite a parenti e amici
Nel fine settimana di Pasqua e Pasquetta si potrà andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi). Dopo Pasqua non sarà più permesso, in zona rossa. Le visite – sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone -, saranno invece consentite in zona arancione, all’interno del comune di residenza. Confermato il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5. Anche in questo caso, il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità.
Bar e ristoranti
Restano chiusi. Possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. In caso di ripristino delle zone gialle, bar e ristoranti potranno riaprire a pranzo.
Palestre, cinema e teatri
Ancora niente aperture fino al 30 aprile. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già previste nel precedente decreto: prenotazione obbligatoria, massimo 200 spettatori al chiuso e 400 all’aperto. Possibile riapertura anche per i musei.
Seconde case e viaggi
Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. È il caso ad esempio di Campania Puglia e Liguria, che hanno posto per Pasqua il divieto non solo per i non residenti ma anche per i residenti. L’accesso alle seconde case per i non residenti è vietato in Valle d’Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana, Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo. L’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza – valida fino al 6 aprile – prevede che tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori dell’Ue siano obbligati a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad un periodo di 5 giorni di quarantena.
Vaccino obbligatorio per sanitari e farmacisti
Chiunque lavori in una struttura sanitaria, medici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, dipendenti anche amministrativi di Rsa e studi privati dovrà vaccinarsi. Per chi rifiuta è prevista la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all’andamento della pandemia. Quando si raggiungerà l’immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata. La sospensione durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. Previsto anche lo scudo penale per i somministratori che seguono le regole, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.