Foto Twitter / @creuscher
Sono trascorsi dodici anni dal terremoto di magnitudo 6.3 che la notte del 6 aprile 2009 distrusse il centro storico dell’Aquila, in Abruzzo, e diversi paesi nei dintorni. Trecentonove rintocchi di campane in memoria delle 309 vittime del sisma sono quelli che si sono sentiti in città per ricordare la devastazione che giunse dal ventre della terra alle 3:32 nel cuore della notte.
Oltre ai morti il terremoto provocò oltre 1.600 feriti e più di 10 miliardi di euro di danni stimati. Oggi L’Aquila è cambiata. La ricostruzione privata è stata quasi completata. Molti edifici pubblici sono invece ancora fermi, comprese le scuole. Il centro storico tarda a riprendere vita e le riaperture, sorrette da incentivi economici, non bastano.
Un vigile del fuoco ha acceso ieri sera un simbolico braciere davanti alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio. E sempre da Piazza Duomo, cuore del centro storico ed esempio di una ricostruzione efficace, un fascio di luce si è stagliato verso il cielo. Così, nonostante le restrizioni imposte dal Covid, commozione, emozione e dolore hanno caratterizzato i momenti clou della commemorazione delle vittime del terremoto.
Una cerimonia che, a causa della pandemia di Covid, per il secondo anno consecutivo ha visto annullata la tradizionale fiaccolata per le vie del centro storico e nei luoghi simboli della tragedia. Oltre al vigile che ha acceso il braciere, in una piazza Duomo praticamente deserta erano presenti il sindaco, Pierluigi Biondi. Ma anche il sindaco di Cugnoli (Pescara), Lanfranco Chiola, in rappresentanza dei Comuni del cratere, il prefetto Cinzia Torraco e l’arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi.
Oggi 6 aprile alle 10:30, sindaco, prefetto e arcivescovo hanno partecipato alla cerimonia commemorativa organizzata all’interno della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza alla presenza del comandante della Scuola, generale di divisione Cristiano Zaccagnini. Alle 12, Biondi, il prefetto, l’arcivescovo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, e altre autorità si sono ritrovate davanti il sito della Casa dello Studente, in via XX Settembre, per omaggiare e ricordare le 309 vittime.
“Il dramma del terremoto ha reso ancora più ‘Popolo’ la gente aquilana. La comune tragedia, affrontata ‘insieme’, ha stretto, con nodi inscindibili, il mutuo senso di appartenenza“. Con queste parole il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila, ha sottolineato lo spirito di fraternità e collaborazione che gli aquilani hanno espresso ed esprimono in tutti questi anni dopo la tragedia.
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