Vaccino Covid, AstraZeneca rischia limitazioni in Italia ed Europa. Londra valuta lo stop agli under 30
Si discute delle eventuali correlazioni con i rari casi di trombosi grave
Un nuovo fronte di preoccupazione si addensa sul vaccino anti Coronavirus del gruppo anglo-svedese AstraZeneca. L’Italia ma anche la Gran Bretagna e altri Paesi europei potrebbero presto porre limitazioni all’uso del prodotto.
Riunione urgente
E si terrà proprio oggi 6 aprile, riporta l’Ansa, una riunione tra i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e quelli del ministero della Salute . Oggetto dell’incontro: gli eventuali ulteriori indicazioni sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Per una decisione definitiva, tuttavia, si attenderà il pronunciamento dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Il verdetto è atteso entro giovedì 8 aprile. Il punto è l’eventuale correlazione tra il vaccino e i rarissimi eventi di trombosi che vari Paesi hanno segnalato e che già avevano portato a un temporaneo stop precauzionale delle somministrazioni.
Possibili stop parziali
“È possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca” ha affermato a Radio 24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Il quale ha comunque precisato che “questo è successo anche per tanti altri famaci”. E che nel caso di AstraZeneca il vaccino è stato utilizzato “in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi”. “Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo“, ha aggiunto Sileri.
L’Inghilterra ci ripensa
Dal canto suo l’agenzia britannica del farmaco (Mhra) sta prendendo in considerazione la proposta di limitare l’utilizzo del vaccino Oxford-AstraZeneca. Ciò varrebbe per le persone più giovani. Lo riferisce l’emittente televisiva britannica Channel 4 citando fonti addentro al dossier governativo. “Due fonti ci hanno riferito che, sebbene i dati non siano ancora chiari, ci sono crescenti argomentazioni”. Le quali “giustificherebbero di offrire alle fasce di età più giovani, sotto i 30 anni, un vaccino differente.” Così ha riferito all’emittente Channel 4 il responsabile dell’agenzia del farmaco inglese, June Raine. In ogni caso, scrive il quotidiano The Guardian, le autorità hanno chiarito di non aver reso ancora alcuna decisione.