Icona del Made in Italy nel mondo e rampollo della terza generazione di una famiglia che ha fatto la storia della grande sartoria italiana. Gianluca Isaia ha saputo trasformare abilmente l’azienda di famiglia in una solida realtà globale. Il marchio ISAIA, infatti, non conosce confini. E’ distribuito in Usa, Canada, Europa, Russia, Cina e Giappone, oltre ai numerosi monomarca. ISAIA oggi è una delle poche aziende storiche italiane che continua a portare nel mondo la sartoria napoletana, esporta l’eleganza e la qualità sartoriale napoletana oltre confine. Una storia che parte da lontano, nel 1920 a Napoli, grazie ad Enrico Isaia, il nonno di Gianluca. L’azienda dispone attualmente di un laboratorio a Casalnuovo di Napoli e di due showroom a Milano in zona Tortona e New York sulla Fifth Avenue di Manhattan.

Gianluca Isaia, Presidente e CEO del Gruppo, è inoltre socio unico della Fondazione “Enrico Isaia e Maria Pepillo“, per la difesa e la valorizzazione della tradizione sartoriale napoletana. Il marchio è costituito da un inconfondibile rametto di corallo rosso, che contraddistingue l’eleganza della Maison e richiama al mito greco antico di Teseo e Medusa. Particolarissime sono le t-shirt ISAIA. Si va da quelle in cui sono riportate le frasi di cori razzisti negli stadi, a quelle solidali realizzate con l’associazione onlus LAPS di Lapo Elkann. ‘Abbracciame’, una t-shirt bianca, il cui ricavato è stato interamente devoluto ad organizzazione benefiche, fino alle ultime realizzate in collaborazione con la Fondazione Pino Daniele For Ever Onlus, i cui introiti sosterranno i giovani artisti.

Intervista esclusiva Velvet Mag a Gianluca Isaia

 

Lei rappresenta la terza generazione di una prestigiosa realtà votata alla sartorialità italiana, come nasce la storia del vostro Gruppo?

Nel 1920 mio nonno Enrico aveva un negozio di tessuti pregiati a Napoli, in breve tempo punto di riferimento delle più rinomate sartorie della città, dove era possibile acquistare abiti su misura da uomo. Negli anni Ottanta il lavoro iniziava a diminuire e l’intuizione di mio nonno fu quella di capire che c’era l’opportunità di produrre abbigliamento. Nel 1957 si trasferì a Casalnuovo di Napoli, che all’epoca era un distretto di sarti. Pensi che la metà degli abitanti era composta da sarti! Siamo ancora qui oggi. L’attività fu poi ereditata da mio padre.

Come si sviluppa il vostro mercato?

Fino agli anni Novanta l’azienda lavorava al 95% con l’Italia e al 5% con l’estero. Quando sono entrato io negli anni Duemila le proporzioni si sono nettamente trasformate: oggi il nostro fatturato è dato dal 95% estero e dal 5% dall’Italia. Nonostante l’emergenza sanitaria il mercato americano è quello che risponde maggiormente.

Ha istituito un’encomiabile Fondazione dedicata ai suoi nonni: “Enrico Isaia e Maria Pepillo”, quali sono le nobili cause che perseguite?

In sostanza abbiamo tre mission. La prima è quella di formare i giovani all’arte della sartoria, la seconda è la promozione della lingua napoletana nel mondo, grazie a dei corsi che si svolgono sia nella Fondazione che al di fuori. Recentemente siamo stati ospitati persino alla Reggia di Capodimonte. L’ultimo scopo è quello di scoprire la sartoria napoletana. In collaborazione con l’Università Federico II stiamo sviluppando un progetto di ricerca per valorizzare questa nobile arte.

Come interpreta il marchio Isaia la tradizione napoletana?

Siamo partiti dalla base a cui poi abbiamo aggiunto la contemporaneità. I tessuti sono esclusivi, come i modelli e i tagli delle giacche. Nella comunicazione cerchiamo di creare una nostra identità. E’ un brand contemporary traditional. Questa è la chiave del nostro successo. Abbiamo amalgamato l’artigianalità del prodotto con la modernità.

Gianluca Isaia che rapporto ha con la tecnologia?

La amo. Ci siamo organizzati molto bene con il canale on line. La nostra comunicazione gioca molto sull’ironia e autoironia del brand. Sottolineiamo continuamente i dettagli. Ci piace divertirci nel divulgare il nostro prodotto.

 

Il vostro celebre logo è rappresentato dal corallo rosso. Come nasce questa scelta?

Nel 2005 decisi di dare un appeal più contemporaneo all’azienda. Il primo passo fu il cambio di etichetta. Dapprima questa era classica, ho quindi pensato ad un colore legato a Napoli. Scelsi quindi il corallo, che è anche un porta fortuna. Noi abbiamo una forte tradizione del gioiello a Torre del Greco. Il corallo poi è legato a Napoli anche dal punto di vista mitologico. Perseo innamoratosi di Andromeda per averla uccide il terribile mostro, pietrificandolo alla vista della testa di Medusa. Nel mentre alcune Ninfe rubano alcune gocce di sangue fuoriuscite dalla testa di Medusa, e queste si trasformano in coralli che vanno a riempire i fondali marini. Un mio amico un giorno mi diede in dono un rametto di corallo, che ancora conservo gelosamente in cassaforte, simbolo di questo mito e del legame con Napoli.

Cosa rende un uomo elegante per Gianluca Isaia?

Non ci sono regole che valgano per tutti. Ognuno è elegante con un proprio stile personale. Noi cerchiamo di tirare fuori la personalità dei nostri clienti. Ma l’eleganza è data da un capo con il quale ti senti a proprio agio. E’ come essere su un palcoscenico da solo con il pubblico che ti guarda e sentirsi confortevoli e tranquilli al contempo. Se otteniamo ciò si è raggiunto il nostro obiettivo.

Cosa non dovrebbe mai mancare in un guardaroba maschile?

Una giacca Isaia, direi! Oggigiorno l’abito maschile spezzato non è più out. Inizialmente solo i più giovani abbinavano la giacca gessata con il denim. Attualmente non c’è più niente che non si possa indossare. Solo sul calzino bianco non transigo, ma secondo me tra qualche anno saremo stupiti anche da questo, si troverà un modo di abbinarlo.

Quali sono le scelte di look di Gianluca Isaia?

Personalmente prediligo l’abito messo con la t-shirt. Quando fa caldo indosso i sandali anziché la scarpa chiusa.

A proposito di t-shirt, ne ha lanciate alcune in chiave ironica.

Sì, sono legate al mondo del calcio e alla tifoseria del Napoli. Ne ho realizzate sette con i cori di insulti che i tifosi avversari ci cantavano negli stadi italiani. Ho scritto tutte le invettive davanti: “Vesuvio Lavali con il fuoco”, “Napoletani colerosi” e dietro le magliette la scritta: “La mamma degli scemi è sempre incinta” in dialetto napoletano. E’ un invito non a dispiacersi per le offese ricevute negli stadi del Nord ma a prenderla con ironia.

Recentemente ha realizzato invece la linea di t-shirt dedicate a Pino Daniele.

Alcune frasi celebri delle canzoni di Pino sono riportati sulle nostre t-shirt. I ricavi dei capi andranno per la costruzione di una sala dei giovani che non possono permettersi di pagare la sala registrazione. Sono state realizzate in partnership con la Fondazione Pino Daniele For Ever Onlus e la moglie di Pino, Fabiola Sciabbarrasi.

Che iniziative ha intrapreso il Gruppo con la pandemia?

Nel primo lockdown abbiamo realizzato le mascherine per il comune di Castelnuovo, donate alle chiese e alle scuole. Alcuni prodotti che realizzavamo all’esterno li abbiamo internalizzati, come le t-shirt, le vestaglie e le tute. Il comfort look per intenderci. Il personale che si occupava delle giacche è stato riconvertito alla realizzazione di questi capi. Abbiamo sanificato tutte le boutique con dei macchinari della Nasa per poter fare una riapertura dei negozi in piena sicurezza. La strada per uscire è lunga, ci vorrà ancora qualche mese, ma credo che da settembre riprenderemo. Gli Stati Uniti sono molto più avanti di noi con le vaccinazioni, per cui il nostro mercato lì è già in ripresa.

Un posto del cuore?

Capri, avevo solo sette anni quando mi recai la prima volta in quel luogo magico, mi è rimasto impresso. Ho comprato da qualche anno anche casa, quando posso fuggo e vado a Capri. Trascorro lì tutta la stagione estiva, appena arrivo mi dimentico dei miei pensieri e mi godo i meravigliosi paesaggi ed il mare. Sono sempre in negozio fino alle due di notte, ma il lavoro in quel contesto, unico al mondo, non mi pesa affatto. Poter fare quello che ci piace è un vero lusso da non sottovalutare mai.

Capri boutique ISAIA