Dopo oltre un anno di super lavoro e stress per guidare al meglio la battaglia contro il Coronavirus, il ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, getta la spugna. “Nella peggiore crisi sanitaria degli ultimi decenni l’Austria necessita di un ministro della Sanità al 100% in forma”, ha dichiarato annunciando le sue dimissioni per motivi di salute. Anschober, 60 anni, dei Verdi, nelle scorse settimane aveva avuto due colassi. Il ministro ora ha fatto un passo indietro e lo ha motivato con uno stato di esaurimento causato dal sovraccarico di lavoro durante la pandemia.
“Tiro il freno d’emergenza”
“Non voglio autodistruggermi – ha spiegato -. Ho realizzato di dover tirare il freno di emergenza per me stesso”. Rudolf Anschober era entrato in carica come ministro della Salute da gennaio dello scorso anno. Si è occupato alacremente dell’emergenza Covid per 15 mesi. Un carico di lavoro pesantissimo. Un periodo che deve essergli apparso lungo e intenso come 15 anni. Il partito dei Verdi è diventato il partner minore della coalizione di governo sotto il cancelliere conservatore Sebastian Kurz dall’inizio del 2020. Fino a lunedì prossimo 19 aprile, quando giurerà il successore, il vice cancelliere e collega di partito Werner Kogler guiderà il dicastero.
Il caso olandese
Quello di Rudolf Anschober non è certo il primo caso del genere che si verifica fra i politici di tutto il mondo. Tuttavia desta sempre un certo stupore. Non siamo abituati, infatti, a vedere i potenti fare un passo indietro. Qualcosa di simile è avvenuto anche in Olanda oltre un anno fa, nel marzo 2020. Il mese terribile dei primi lockdown generalizzati nei Paesi europei. Bruno Bruins aveva improvvisamente lasciato l’incarico di ministro della Sanità olandese. Non reggeva più lo stress e aveva perso lucidità. In quel periodo il governo del premier Mark Rutte era finito sotto accusa per la gestione della crisi del Covid-19, ritenuta inizialmente troppo morbida. Quasi al pari di quella del Regno Unito.
Svenimenti in Parlamento
Dopo un duro dibattito parlamentare, sottoposto a severe critiche bipartisan, il ministro Bruins era svenuto in Aula. Per poi essere rapidamente aiutato a rimettersi in piedi da un collega di Governo. Aveva quindi spiegato – tramite i canali social – di essere stanco e provato dalla crisi sanitaria che ha travolto il Paese. “Ho sofferto di svenimenti dovuti alla stanchezza e alle settimane intense”.
In Giappone le critiche al premier Abe
Agli inizi dello scorso settembre, era stato l’allora premier giapponese Shinzo Abe a dimettersi, sebbene non per motivi strettamente legati alla gestione dell’emergenza Coronavirus. Anche in questo caso, però, le ragioni erano da ricondursi ad ansia, stress e super lavoro. Nel severo costume sociale e umano del Giappone Abe subì critiche per questa sua scelta per noi “umana”. L’ex premier, tuttavia, non ha potuto resistere a una colite ulcerosa, alimentata, a quanto sembra, dallo stress di una lunga e logorante carriera politica ai vertici dello Stato.