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Covid, polemica sulla scuola: “Impossibile il rientro in classe il 26”. Vaccini: oggi la decisione Ema su Johnson & Johnson

Regioni presidi e sindacati contro il governo sulla didattica in presenza al 100%

Incontro fra governo, regioni e sindaci, oggi 20 aprile, in vista delle prime riaperture annunciate da Mario Draghi per il 26 aprile. Il nodo è la scuola. Il premier vuole il rientro in classe per tutti gli studenti. Le Regioni ma anche i sindacati lanciano l’allarme: non siamo ancora pronti. Il presidente lombardo Fontana: “Impossibile scuole al 100% e trasporti al 50%”. Sul fronte vaccini si attende il verdetto dell’Ema sul monodose Johnson & Johnson.

Probabile lo sblocco del siero

Nelle prossime ore l’Agenzia europea del farmaco (Ema) deciderà se sbloccare – come è molto probabile – Johnson&Johnson, fermato dagli Usa dopo pochi casi di trombosi su milioni di iniezioni. Il monodose statunitense permetterebbe un’altra accelerazione alla campagna anche in Italia, dove ci si sta concentrando sugli over 60, ultrasettantenni in particolare. Oltre il 54% degli over 70 ha ricevuto almeno una dose, secondo i dati del ministero della Salute.

Test salivari a campione

Si pensa intanto a test salivari rapidi a campione per gli studenti. E vaccini in autunno anche ai bambini e ai ragazzi per rendere il ritorno in aula ancora più sicuro. Decisioni che il governo è pronto a spiegare nell’incontro che si terrà alle 17 e nel quale saranno presenti, oltre ai rappresentanti dell’esecutivo, le Regioni i e i sindaci. Ovvero i diretti interessati a gestire un nodo importante come quello della scuola. I sindacati mettono le mani avanti come anche i dirigenti scolastici: non c’è ancora sicurezza.

Il nodo dei trasporti ma non solo

Per quanto riguarda la scuola, “ci dovrà essere un mix di soluzioni che non dev’essere solo sul trasporto pubblico locale – avverte il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga -. Ma anche sull’organizzazione scolastica e sulle altre misure che prevedono una modulazione delle percentuali. Vogliamo trovare soluzioni ma bisogna raccontare la verità e dire fin dove è possibile arrivare, altrimenti si fanno danni. Meglio dire i limiti con chiarezza e serietà altrimenti non si risolvono i problemi”. Tra le ipotesi sul tavolo, quella di orari scaglionati per le entrate negli istituti, mantenendo il 50% di presenza sui mezzi rispetto alla capienza. Oppure, per non rischiare di aumentare questa stessa percentuale, chiedere (anche se i tempi sarebbero troppo stretti) un potenziamento di mezzi e numero di personale. Anche il presidente dell’Associazione presidi del Lazio Mario Rusconi tuona: “La riapertura delle scuole del prossimo 26 aprile prevista dal governo con la presenza al 100% degli studenti delle superiori, più che un atto di fiducia verso la ripresa, ci sembra un ulteriore scaricabarile degli amministratori verso i dirigenti scolastici”.

“Scuole al 100% e trasporti al 50%, è follia”

Dubbi sulla possibile riapertura delle scuole per tutti sono stati espressi anche dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana. “Per quanto riguarda la riapertura del trasporto pubblico, i tavoli con prefetture sono sempre aperti, ma dobbiamo risolvere il problema dell’equazione insostenibile che vede le scuole al 100% e la copertura dei treni al 50%. Questo è un problema che abbiamo già evidenziato al governo. Nell’incontro previsto nel pomeriggio sentiremo le riflessioni del governo”, ha detto. “Ci sono in campo una serie di soluzioni, una delle quali sarebbe quella di dilazionare l’ingresso degli studenti nelle scuole”, ha aggiunto Fontana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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