Primo piano

Covid: Recovery plan da 221 miliardi in Consiglio dei ministri. Vaccini: arriva il tedesco CureVac

I fondi europei divisi in sei settori per rilanciare l'economia

È il giorno del Recovery plan. Il Piano nazionale “di ripresa e resilienza” (Pnrr) dell’Italia ammonta complessivamente a 221,5 miliardi. Oggi 23 aprile sarà varato in Cdm per poi cercare il via libera definitivo da Bruxelles. Si avvicina dunque il momento dei fondi europei per la ripresa economica nell’Italia piegata dalle conseguenze devastanti della pandemia. Contro il Covid ecco un’altra “arma”: il nuovo vaccino CureVac di produzione tedesca.

Il Piano in 6 capitoli

Sugli oltre 221 miliardi di euro previsti per l’Italia nel Recovery plan, 191,5 sono riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare. È quanto emerge dalle tabelle inserite nel documento che il Cdm dovrebbe esaminare. Il Pnnr prevede sei missioni. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi. Rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi. Infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 miliardi. Istruzione e ricerca con 31,9 miliardi. Inclusione e coesione con 19,1 miliardi. Salute con 15,6 miliardi.

Si attende la crescita di economia e lavoro

Nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge ancora nella bozza messa a punto in vista del Cdm. La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019. Viene indicato l’obiettivo di incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano.

Il CureVac: tecnologia meno rischiosa

Dalla Germania piagata dal Covid arriva intanto un nuovo vaccino che sarà disponibile anche in Italia. Si chiama CureVac, dal nome di un’azienda farmaceutica di Tubinga. La terza al mondo a uscire sul mercato con un vaccino disegnato con la tecnologia dell’Rna messaggero. Si tratta della medesima piattaforma utilizzata da Pfizer-Biontech e Moderna i cui preparati finora sono sembrati meno esposti a problemi rispetto a quelli prodotti con il vettore virale (AstraZeneca, Johnson & Johnson). Un vantaggio ulteriore di questa tecnologia consiste nella capacità di poter aggiornare il vaccino in tempi rapidi. Soprattutto quando si affacciano varianti le più disparate, potenzialmente in grado di inficiare l’efficacia dei prodotti immessi sul mercato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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