Resilienza: un termine di cui oggi si tende ad abusare, ma in questo caso risulta assai pertinente con il tema affrontato. I musei e le gallerie chiudono a causa dell’emergenza sanitaria? Niente paura, perché l’arte continua a sperimentare nuovi modi di espressione per evitare di spezzare il filo che lega indissolubilmente gli artisti al pubblico. A questo scopo è nato Dear you, un progetto a cura di Caterina Molteni e promosso dal MAMbo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna. L’iniziativa consiste nell’invio di 6 lettere scritte da altrettanti artisti a tutti coloro che dal 19 febbraio al 14 marzo 2021, pagando un regolare biglietto, hanno fatto domanda dal sito on-line del museo. Di fatto, una mostra collettiva “per corrispondenza”. Ben 1211 persone da tutto il mondo hanno aderito alla proposta del MAMbo; le prime due lettere sono già arrivate a destinazione, mentre le prossime giungeranno entro l’inizio dell’estate.

Gli artisti di “Dear you”

Gli artisti coinvolti sono Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Bielefeld, 1969). La curatrice ha deciso di selezionarli, in quanto accomunati da una forte attenzione nei confronti della poesia, della scrittura e della performance. Quindi, per tanti aprire la buchetta della posta in questi mesi significherà aprire una sorta di scrigno magico, in grado di sorprenderli con contenuti speciali. Si tratta perlopiù di poesie, brevi racconti e istruzioni per atti performativi che avranno inevitabilmente una piacevole ripercussione sul proprio stato d’animo. Inoltre, le lettere trattano varie tematiche legate alla nostra contemporaneità. Si parla, per esempio, della mancanza di contatto fisico e della diminuzione della vita sociale che, invece, hanno portato a spiacevoli conseguenze sul piano emotivo e psicologico.

Dora García, Lettera Dear_You

Una riflessione sull’intimità ai tempi del Covid-19

In un mondo che corre sempre più veloce verso la digitalizzazione, Dear you propone un ritorno a un gesto semplice e oramai desueto come quello di scrivere e inviare una lettera. Di carta, da tenere e toccare con le mani. Scrivere una lettera spesso presuppone anche una certa intimità, infatti questo progetto nasce allo scopo di compiere una riflessione a proposito dello spazio intimo. Quest’ultimo, pertanto, non deve essere concepito soltanto come sofferta solitudine (visto il periodo in cui stiamo vivendo), ma anche come luogo di una possibile e vitale autodeterminazione. Inoltre, Dear you si propone di rivalutare condizioni come la fragilità e l’emotività, esaltandone gli elementi generativi e positivi. Incita a nuove forme di amore, erotismo, amicizia e lealtà, riflettendo su possibili risorse emotive e fisiche capaci di migliorare la nostra interiorità ed il rapporto con gli altri.

 

Informazioni generali

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

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