Deroga al coprifuoco a Trento. Da oggi 27 aprile è consentito lo spostamento oltre le ore 22 per tornare a casa dopo aver usufruito dei servizi di ristorazione. Lo prevede una delibera firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

Il nodo delle ore 22

La deroga al coprifuoco nazionale delle 22 è consentita “per il tempo strettamente necessario secondo il tragitto più breve tra l’esercizio di ristorazione e il luogo di destinazione (rientra tra la responsabilità individuale dimostrare, anche con autodichiarazione, la legittimità di tale spostamento oltre le ore 22)”. Si tratta di un passo tangibile nella direzione che molti in Italia stanno auspicando in questi giorni. Ovvero una revisione dello schema che prevede lo stop a ogni movimento serale dalle 22 alle 5 del mattino.

Da Conte a Draghi il limite resta

Fu il governo Conte già l’anno scorso a “dettare” questa linea. Una normativa nata con l’intento di evitare la cosiddetta “movida” dentro e fuori i locali serali fino a tarda notte. Con l’obiettivo di non consentire gli assembramenti di folla, veicolo possibile del contagio da Coronavirus. Anche il governo Draghi ha ribadito sempre il coprifuoco.

I malumori dopo l’ultimo decreto

Ma nell’ultimo decreto legge, quello che ha sbloccato le riaperture di molte attività economiche, sociali e sportive, anticipandole al 26 aprile, il coprifuoco alle 22 non è cambiato. Protesta e fa una raccolta di firme la Lega che vorrebbe posticipare la chiusura notturna alle 23. Il Pd e il M5S tengono duro sulla linea rigorista, accusando Salvini di voler tenere i piedi in due staffe: al governo e contro il governo contemporaneamente. Ma ora nello scontro si fa sotto anche Matteo Renzi. “Io la penso come Stefano Bonaccini – ha scritto nella sua e-news -. È ovvio che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato“. “Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico”.