Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Eppure certe cose sono talmente “bruttine” che sembra impossibile che a qualcuno possano piacere. Ma il mondo è vario, e anche una passerella blasonata come quella degli Oscar può collezionare pareri discordanti sugli abiti dei grandi stilisti indossati dalle celebs. Su una cosa però le varie testate dei giornali, e la cosiddetta Fashion Police, ovvero quel gruppo di “esperti” di moda a cui piace in particolare “spettegolare” sugli outfit, sono stati d’accordo.

L’Italia ha vinto. Non si è portata a casa una statuetta ma praticamente quasi tutte le stelle presenti, uomini e donne, hanno scelto creazioni di Valentino, Armani Privè, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti, Gucci, Versace, Brioni, Bottega Veneta. Questa edizione “sotto pandemia” era troppo importante per rischiare di “toppare” sul tappeto rosso. E i volti noti sono andati sul sicuro. Made in Italy come se piovesse. Hanno fatto bene perché anche attrici generalmente non proprio glam hanno fatto proprio una bella figura. E anche gli uomini, che stavolta hanno osato, ne sono usciti vincitori. In barba alle critiche. Perché qualcuno potrebbe trovare da ridire sul fantastico abito rosa shoking griffato Atelier Versace di Colman Domingo? Gli stava benissimo, perfetto nel taglio e nel modello. E per quanto riguarda la tinta: diamine, erano gli Oscar!

Il meglio e il peggio del tappeto rosso degli Oscar 2021 secondo la Fashion Police

Harper’s Bazaar ha incoronato la già citata Zendaya e Andra Day, il cui Vera Wang in realtà non ha scaldato troppo gli animi dei critici di moda. PerthNow invece ha “affossato” Viola Davis, a cui l’Alexander McQueen bianco e traforato non stava benissimo. Poi la “piumata” Laura Dern e la cantante Celeste in Gucci. Impossibile però non lodare la sua borsetta a forma di cuore, quello vero, anatomicamente parlando, ricoperto di strass. Mai visto prima. Imperdibile.
Il Daily Mail è stato particolarmente “cattivello” con Laura Dern, Andra Day e Glenn Close. Ha messo una loro foto con sotto la impietosa scritta: “Oh dear”, che suona come un “Oh, perbacco”. Poi una serie di primi piani sui tessuti che facevano “difetti”, sulle scarpe non proprio da red carpet, su tagli e linee decisamente poco donanti. Per finire, ha paragonato l’outfit di Laura Dern a quello, rimasto negli annali come il peggior vestito mai indossato a un premio Oscar, di Bjork. Un capo a forma di cigno il cui stilista, la macedone Marjan Pejoski, ha rischiato di venire “ammanettato” dalla Fashion Police. Sul serio.