Valeria Caserta: «A Masterchef 10 sono entrata con il mito di Chef Cannavacciuolo» [INTERVISTA ESCLUSIVA]
Concorrente dell'ultima edizione di Masterchef Italia, Valeria Caserta ci ha raccontato il suo percorso nel cooking show
L’ultima edizione di Masterchef, la decima per la precisione, ha visto trionfare Francesco Aquila. In un periodo di incertezza, dovuto al Covid, la messa in onda del cooking show è stata accolta come un segnale di speranza e di volontà di andare avanti. Dalle medesime sensazioni, unitamente all’innegabile amore per la cucina, è stata ispirata anche Valeria Caserta, concorrente dell’ultima edizione di Masterchef Italia, il cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW.
L’aspirante chef ha concesso un’intervista in esclusiva per Velvet Mag, in cui ci ha parlato del suo percorso all’interno della MasterClass. Nata nata a Termoli e residente a Vasto, la partecipante di Masterchef 10 si è disvelata tra aspirazioni e progetti futuri, partendo proprio da quel piatto di cavatelli “imperfetti”, presentato in occasione del suo provino, per il quale ha ottenuto due sì e il grembiule grigio. Ecco dunque cosa ci ha raccontato in esclusiva.
Intervista a Valeria Caserta di Masterchef 10
Domanda di rito per rompere un po’ il ghiaccio: com’è nato l’amore per la cucina?
Dico sempre che il mio amore per la cucina nasce da un grande spirito di sopravvivenza: grazie agli studi universitari e a differenti esperienze lavorative lontano dalla mia comfort zone casalinga, ho avuto la possibilità, e chiaramente la necessità, di mettermi ai fornelli. Ed è stato un colpo di fulmine. Ma, con il tempo, i fornelli sono diventati anche un porto sicuro dove rifugiarmi in qualche momento difficile.
MasterChef Italia 10, la prima edizione post Covid: come è stata l’esperienza nel programma alla luce della situazione odierna?
Certamente il Covid ha molto influenzato quella che è stata la mia esperienza, a partire dall’impossibilità di vedere la mia famiglia. Ovviamente, poi, l’attenzione, da parte di tutti, era ai massimi livelli, quindi è normale che lo “svago” fosse più limitato. Insomma, semplice non è stato. Ma, nonostante questo, è stata una bellissima esperienza e sono contentissima di averla potuta vivere.
Il programma ti ha portata a incontrare grandi nomi internazionali della ristorazione, oltre ai tre giudici: un ricordo in particolare che vuoi condividere?
Non dimenticherò mai i grandi nomi che ho incontrato grazie al programma, primi su tutti i miei grandi giudici, ognuno di loro mi ha lasciato tantissimo. E poi vorrei citare: Solaika Marrocco e Stella Shi che mi hanno permesso di conoscere delle splendide materie prime insieme al loro concept di cucina; ma anche Nino Rossi, con il suo legame per il territorio, l’amore per il paesaggio e la voglia di essere protagonista delle tradizioni in evoluzione; Terry Giacomello, e il suo viaggio attraverso gusti e consistenze provenienti da tutto il globo, una cucina incredibilmente innovativa e creativa; Flynn McGarry, il giovane chef prodigio che ha incantato gli Usa. Condividere solo un ricordo sarebbe forse riduttivo, poiché si parla di un cassetto pieno di ricordi meravigliosi.
Sappiamo che hai stretto una grande amicizia con Cristiano: vi sentite ancora?
Io e Cristiano, nonostante il divario di età e nonostante l’atipica circostanza della nostra conoscenza, siamo diventati grandi amici. Cristiano per me non è solo un grande amico, è un fratello, uno zio, un confidente… È stato, certamente, il regalo più bello di MasterChef Italia. Ci sentiamo almeno 5 volte al giorno e, appena possibile, ci organizziamo per vederci.
Come hai vissuto l’uscita da MasterChef Italia?
Nel momento in cui è successo, non l’ho vissuta proprio bene o comunque con filosofia. Ma è un’esperienza talmente intensa che magari, a volte, può portarti a perdere un po’ il contatto con la realtà e mi sono resa conto che, alla fine, avevo iniziato a cucinare più per “salvarmi” che per altro. Subito dopo, però, ho avuto solo grandi sorrisi, immenso orgoglio e tanta felicità per tutto ciò che era stato. E, diciamolo, ero contenta anche perché finalmente avrei rivisto la mia famiglia. Inoltre, una volta uscita da questa “bolla”, ho iniziato a realizzare davvero cosa avessi fatto e ho capito che non era stato un sogno. Era tutto vero.
Cosa senti di aver acquisito durante l’esperienza nel programma? Ti sei sentita arricchita rispetto a prima?
MasterChef è un’esperienza che, a prescindere, ti arricchisce tanto, sia dal punto di vista culinario, a livello di conoscenze pratiche e teoriche, sia dal punto di vista umano e personale. Arrivi all’interno della Masterclass con la tua passione per la cucina da amatoriale. E questa passione, unita alla competizione che comunque senti, perché sempre di una gara si tratta, ti porta a studiare davvero tanto. Io, poi, non mi sono fatta mancare neppure un pressure test… Ecco, diciamo che tutto questo ti porta ad accrescere in maniera piuttosto naturale le tue conoscenze.
Dal punto di vista personale, invece, scopri tanto di te stesso. Con la tensione e lo stress, scopri ancora di più quelli che sono i tuoi lati peggiori e migliori. Inoltre, ho avuto la fortuna di rapportarmi con tante personalità diverse, età diverse, conoscenze e provenienze differenti, tutto ciò non può che arricchirti.
Con quale dei tre giudici di MasterChef senti di aver trovato punti in comune?
All’inizio del programma, da buona “terrona” quale sono, sono entrata con il mito di Chef Cannavacciuolo, ritrovandomi un po’ nella sua filosofia e territorialità. A percorso concluso, il giudice che mi è rimasto più nel cuore, con il quale ho trovato più punti in comune, è certamente lo chef Locatelli. Ho comunque un’immensa stima per ognuno di loro: mi hanno lasciato tanto e con tutti e tre ho trovato dei punti in comune.
C’è qualcosa che vorresti cambiare del tuo percorso a Masterchef? Se sì, cosa cambieresti?
Non cambierei assolutamente nulla del mio percorso a MasterChef. Sono stata me stessa, dal principio alla fine, e ho messo tanto cuore, testa e, come si suol dire, fegato.
Piani per il futuro?
Ci sono vari progetti in corso d’opera, qualcuno a breve termine e qualcuno a lungo termine. Il momento storico non è dei migliori, ma con il giusto tempo, il giusto impegno e, perché no, con un po’ di sana pazienza, non ho alcun dubbio che andrà tutto per il meglio.