Sono quasi 250 i miliardi di euro previsti per l’Italia in base al Recovery plan in approvazione a Bruxelles. I capitoli di spesa più importanti sono 6. Priorità a giovani, donne e Sud. Il governo Draghi ha dato il via libera anche al decreto legge che istituisce il Fondo complementare al Recovery per le infrastrutture da 30,6 miliardi. Una cifra finanziata con l’ultimo scostamento di bilancio.
Fondi “spalmati” fino al 2032
I primi cinque Paesi della Ue a inviare i loro Pnrr alla Commissione sono stati Germania, Grecia, Francia, Portogallo e Slovacchia. Complessivamente, da qui al 2032, il governo italiano avrà a disposizione 248 miliardi, di cui 191,5 dal fondo Next generation Eu (68,9 sono sussidi a fondo perduto), finanziato con l’emissione di titoli di debito comune; 30,6 dal fondo domestico finanziato tutto con nuovo deficit. Altri 26, entro il 2032, per alcune opere pubbliche.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnnr) del nostro Paese, che serve a ottenere i finanziamenti europei, prevede sei missioni. 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi. 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi. 3) Infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 miliardi. 4) Istruzione e ricerca con 31,9 miliardi. 5) Inclusione e coesione con 19,1 miliardi. 6) Salute con 15,6 miliardi.
“Crescita di economia e lavoro”
Secondo le previsioni dei tecnici del governo, nel 2026 il Pil dell’Italia sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019.
Giovani e donne prima di tutto
Il presidente del Consiglio Mario Draghi la definisce “clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano”. È la priorità accordata all’occupazione giovanile e femminile. L’obiettivo è il superamento dei divari di genere. Questa particolare clausola è presente in tutte le sei missioni in cui si articola il Piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare nel “terzo asse strategico”, l’inclusione sociale, si elencano i seguenti punti: parità di genere, protezione e valorizzazione dei giovani e superamento dei divari territoriali. “L’empowerment femminile e il contrasto alle discriminazioni di genere – sostiene Draghi -, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno non sono univocamente affidati a singoli interventi”. Bensì sono “perseguiti quali obiettivi trasversali in tutte le componenti del Pnrr”.