Mai si sarebbe pensato che da una piccola bottega fiorentina potesse nascere uno dei brand più amati al mondo. Sono trascorsi ben 100 anni da quando nel 1921 Guccio Gucci apre una piccola manifattura di cappelli di paglia. L’azienda ben presto si amplia nella produzione di articoli di pelletteria, guanti e valigeria. Una lunga e prestigiosa storia di moda festeggiata qualche giorno fa dal direttore creativo Alessandro Michele con una nuova collezione “Aria” in cui l’eredita’ del brand viene al tempo stesso celebrata e tradita. Il marchio fiorentino oggi è il più richiesto sul mercato. A confermarlo è la classifica annuale BrandZ, stilata dalla compagnia di consulenza Kantar dedicata ai ‘Most Valuable Italian Brands’.

Gucci 100 anni di moda

Guccio Gucci nel 1921 sposa Aida Calvelli e fonda a Firenze l’azienda omonima per la produzione di articoli, principalmente pelletteria e accessori per l’equitazione. Nel 1923 il primo marchio della casa di moda riporta solamente il nome del fondatore nel carattere calligrafico, probabilmente derivato dalla sua firma. Guccio lavora fin da giovanissimo al Savoy Hotel di Londra. Qui conosce ed assimila lo stile inglese, i cavalli e l’equitazione. Un mondo fatto di staffe, morsetti, selle, briglie e finimenti, che diventano ben presto l’heritage del marchio Gucci. Nel 1929 il logotipo riporta anche l’iniziale puntata del nome del fondatore.

Dall’esperienza lavorativa all’estero di Guccio Gucci nel 1934 è introdotto il marchio del fattorino con una valigia e una borsa da viaggio. Negli anni Trenta i figli della coppia Ugo, Aldo, Vasco e Rodolfo iniziano a lavorare al fianco del padre. In quel periodo molti dei clienti italiani sono aristocratici con l’hobby dell’ippica e le loro richieste di abbigliamento da equitazione spingono Gucci a sviluppare le sue esclusive icone. Guccio comincia quindi a utilizzare materiali alternativi come la canapa, la iuta e il bambù e crea il prototipo della Bamboo Bag.

Appare l’iconica miniatura del morso da cavallo, costituita da un doppio anello congiunto da una barretta e il nastro a trama verde-rosso-verde che riprende il tradizionale sottopancia delle selle

Nel 1955 al marchio preesistente si sostituisce un cavaliere in armatura, sempre con una valigia e una borsa da viaggio, integrato nello stemma araldico in un gioco di rivisitazioni nel quale traspare il medioevo fiorentino, citazione della presunta discendenza di sellai della nobiltà rinascimentale. Tutto ciò si unisce con la contemporaneità mondana. Nello scudo, al di sopra del cavaliere, sono raffigurati una rosa e un timone a simboleggiare rispettivamente la raffinatezza e l’imprenditorialità della famiglia. In questo periodo c’è l’apertura del primo negozio Gucci negli Stati Uniti, sulla 58° strada a New York e da quel momento c’è l’inizio dell’espansione americana che sancisce il successo internazionale e la fama del marchio Gucci a 100 anni dalla sua nascita.

I prodotti Gucci si affermano rapidamente per il design esclusivo, sono il simbolo del Made in Italy nel mondo e conquistano il cuore delle star del cinema, sia allora che oggi dopo 100 anni dalla nascita di Gucci

Nel 1958 accanto al simbolo dell’armigero si affianca il logotipo in carattere bastone. La grande spaziatura tra i caratteri è un tratto distintivo della composizione. Sono gli anni della famosa Jackie Bag, così ribattezzata in virtù della passione di Jacqueline Kennedy per quel modello, e il foulard Flora. Disegnato da Vittorio Accornero nel 1966 quel foulard venne donato da Rodolfo Gucci a Grace di Monaco in occasione di una visita romana della principessa. Negli anni Cinquanta Gucci è ormai un brand internazionale con negozi a Roma e Milano come a New York. Dalle boutique della griffe con la G incrociata sono appassionate star dal calibro di Audrey Hepburn e Sophia Loren.

Nel 1960 Aldo Gucci, uno dei tre figli di Guccio, disegna il simbolo con le due “G” incrociate, chiaro riferimento alle iniziali del fondatore

Questo segno grafico, non ancora diventato il marchio dell’azienda, viene riproposto in diverse fogge: fuse in un cerchio, contrapposte, invertite e in forma astratta. La griffe rimane nelle mani della famiglia fino agli anni Ottanta quando, a causa di contese tra gli eredi, viene ceduta agli arabi di Investcorp International. In quel periodo intorno alla famiglia Gucci scoppiano una serie di scandali e tradimenti. Come quello tra Maurizio, figlio di Rodolfo e la sua ex-moglie Patrizia Reggiani che non perdona mai al marito di essersi legato a un’altra donna e che per questo organizza il suo omicidio.

Nel 1992, con la direzione artistica di Alessandro Michele, compare ufficialmente nel marchio aziendale il simbolo della doppia “G”, fino ad allora utilizzato solo come griffe sulle borse, calzature e cinture

A partire dal 1998 la comunicazione ufficiale è affidata al solo logotipo composto con carattere graziato lapidario, molto spaziato. E’ con questo marchio che l’azienda si presenta nel mondo come espressione distintiva del Made in Italy. Nel 2019 il nuovo monogramma Gucci impreziosisce gli accessori come gioielli e borse, presenta le due G sovrapposte e rivolte entrambe a destra. Nel 2021 a concentrarsi sulla famiglia Gucci, arriva prima un documentario “Lady Gucci”, in onda su Discovery+, incentrato sulla figura di Patrizia Reggiani, ma non solo.

A breve sarà possibile vedere “House of Gucci”, il film diretto da Ridley Scott, tratto dal libro della giornalista americana Sarah Gay Forden: The House of Gucci: a Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed. Nel cast, oltre ad Al Pacino e a Jared Leto, ci sono Lady Gaga nel ruolo di Patrizia Reggiani ma anche Adam Driver in quello di Maurizio Gucci e Jeremy Irons in quelli di Rodolfo, padre di Maurizio e figlio di Guccio.

Sullo sfondo di scandali e creatività, successi e declini, a traghettare la griffe con la doppia G nel secondo millennio c’è lo stilista texano Tom Ford, direttore creativo del brand dal 1994 al 2004, al quale Alessandro Michele ha reso omaggio con la sua recente collezione Aria. Grazie a Tom Ford e al suo stile unico, minimale e glamour, nel giro di poche stagioni Gucci conquista il mondo. E’ allora che la Maison passa sotto il controllo del gruppo Kering, attuale proprietario del marchio. Il marchio Gucci non smette comunque di farci sognare con 100 anni di fascino e creatività.

Alessandro Michele, Direttore Creativo Gucci

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