Importanti novità per la città di Venezia e per la sua vita culturale. Infatti, a fine aprile la giunta comunale veneziana ha autorizzato la riqualificazione e la trasformazione in sede espositiva di palazzo Manfrin a Cannaregio. A capo dell’operazione, il grande artista Anish Kapoor (Mumbai, 1954) che ha acquistato l’immobile dalla Cassa Depositi e Prestiti, allo scopo di istituirvi la propria fondazione.

La Anish Kapoor Foundation ospiterà una collezione permanente, oltre a uno spazio dedicato alle mostre temporanee. «Un altro palazzo della città tornerà a mostrare tutta la sua bellezza e magnificenza», ha detto il sindaco Luigi Brugnaro. «Grazie all’impegno di Anish Kapoor – aggiunge – sarà possibile recuperare l’edificio dandogli una funzione degna del suo passato e arricchire la città di un ulteriore elemento di attrazione culturale».

LA STRUTTURA

Palazzo Manfrin sarà anche sede di conferenze, workshop e altre iniziative che coinvolgeranno esperti del settore, istituzioni locali e università. In particolare, al piano terra ci sarà una galleria, un bookshop oltre ad altri spazi didattici e ricreativi. Invece, al primo e al secondo piano saranno esposte le opere d’arte più significative di Kapoor, mentre ai livelli superiori saranno allestiti degli atelier, un archivio e un deposito.

La Fondazione si presume apra tra qualche anno e, comunque, già adesso si candida a diventare un centro culturale che richiamerà il pubblico internazionale. Nel frattempo, l’artista indiano (ma di casa a Sant’Aponal da alcuni anni) sarà il protagonista di una grande retrospettiva alle Gallerie dell’Accademia di Venezia nel 2022.

IL PROGETTO ARCHITETTONICO

Il progetto è stato redatto dallo studio veneziano FWR Associati e dallo studio UNA, con sede ad Amburgo. I responsabili Giulia e Antonio Foscari spiegano: “Palazzo Priuli Manfrin presenta un’architettura quasi unica nel panorama veneziano. Il salone a doppia altezza di tipica concezione palladiana e la facciata senza ornamenti fanno di questo palazzo il prototipo di un proto-razionalismo che non trova in città altri riscontri”.

E aggiungono: “Nel Settecento fu la sede di una collezione di quadri che si può considerare una specie di anteprima delle Gallerie dell’Accademia, che saranno istituite a Venezia nel XIX secolo. Più avanti è caduto in uno stato abbandono che è durato più di mezzo secolo”.

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