Covid: crollano i contagi, via libera ai test salivari. Vaccini: “A giugno 20 milioni di dosi”
Uno studio Iss dimostra che fra gli immunizzati l'effetto del virus è quasi azzerato
Segnali di speranza sempre più concreta nella lotta al Coronavirus arrivano dal primo report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sull’efficacia dei vaccini anti-Covid. Nelle persone immunizzate il rischio di infezione da Sars-CoV2, di ricovero e di decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane. A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi.
Test salivari
Via libera, intanto, ai test salivari, utili per screening ripetuti. Vale a dire che per il rilevare il Coronavirus in una delle sue tante varianti, se i tamponi oro/nasofaringei non possono essere effettuati, è possibile utilizzare i test sulla saliva. Ma vanno utilizzati preferibilmente entro i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Lo indica una circolare del ministero della Salute. Il testo sottolinea come i salivari siano utile per “screening ripetuti” per motivi professionali o di altro tipo, sugli anziani o disabili e sui bambini in ambito scolastico.
I dati oggi in Italia
Le riaperture delle attività in Italia, decise lo scorso 26 aprile secondo il criterio del “rischio ragionato”, non si sono associate a una ripresa della curva epidemica. “L’ultima analisi settimanale indica un Rt inferiore a quello della settimana prima (0,86 contro 0,89) – ha dichiarato al Corriere della Sera il coordinatore del Cts Franco Locatelli -. L’incidenza cumulativa di casi ogni 100mila abitanti è scesa a un valore nazionale di 96“.
Il mese della “spallata” al Covid
Nel prossimo mese di giugno “succederà che per la prima volta gli arrivi di vaccini in un mese supereranno i 20 milioni di dosi – ha detto Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid -. Si potrà dare ancora più velocità a una campagna che ha già superato i 26 milioni di somministrazioni, quando a marzo, prima del piano in corso, eravamo ben al di sotto dei 5 milioni.”
Le mascherine? presto per toglierle
Per togliere le mascherine all’aperto come negli Stati Uniti, invece, “è troppo presto”. “Oggi la scelta non è ipotizzabile – ha sottolineato ancora Franco Locatelli -. Giusto comunque iniziare una riflessione prospettica. Dobbiamo aumentare il numero, già più che buono, di persone vaccinate”. “Oggi abbiamo superato il valore del 30% della popolazione residente. Per considerare scelte di questo tipo, dobbiamo incrementare sensibilmente questo valore e avere una circolazione virale ancora più ridotta”.