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I fondi del Recovery: l’Italia fa i conti con il rischio di infiltrazioni mafiose

Cresce l'allarme per i "tentacoli" della criminalità organizzata

I circa 200 miliardi di euro attesi dall’Italia come finanziamenti europei stanziati dal piano post-pandemico Next Generation Eu fanno gola alle mafie. Per la criminalità organizzata aggiudicarsi un fiume di denaro in arrivo è il primo degli appetiti. I fondi di Bruxelles sono un’occasione senza precedenti. Come sottolinea su Huffingtonpost il giurista Vincenzo Musacchio, il rischio che almeno una parte di quei finanziamenti confluisca nelle casse della criminalità organizzata è molto elevato.

La crisi Covid “aiuta” il crimine

Se questo accadrà i danni per i risultati economici, e soprattutto per le riforme, da perseguire negli anni a venire saranno fortissimi. La criminalità mafiosa con le complicità della cosiddetta “area grigia” potrà influire negativamente anche sull’accesso al credito. Già sono a pesante rischio di strumentalizzazione le condizioni di disperazione in cui molti si trovano dopo mesi di lockdown e chiusure delle proprie attività commerciali. A maggior ragione nel momento in cui, dal prossimo luglio, dovrebbe arrivare il 13% dei fondi europei del Recovery fund.

Le analisi del fenomeno

Gli aiuti ai comparti economici e agli operatori più danneggiati dal lockdown. Le risorse promesse del Recovery Fund. La distribuzione dei vaccini. Sono questi, più in generale, gli obiettivi nel mirino delle mafie, determinate a sfruttare fino in fondo “la grande opportunità” offerta dal Covid. Così ha spiegato online su Agi, Stefano Barricelli lo scorso gennaio. L’allarme, del resto, è arrivato, proprio a gennaio, dal quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi.

I tentativi delle infiltrazioni

Novantotto pagine di analisi e dati che disegnano uno scenario poco rassicurante, nel quale ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra sono impegnate a ritagliarsi spazi sempre più ampi. Le recenti indagini – spiega il documento secondo quanto riporta Agiconfermano il tentativo di “accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia”.

Le modalità

E “con modalità del tutto assimilabili a quelle adottate dalla più generale criminalità economico-finanziaria”. Vale a dire: “Falsificazione di documenti fiscali, utilizzazione strumentale di società cartiere, coinvolgimento di esperti giuridico-contabili”. Ma anche tramite “l’ottenere, da parte delle strutture sanitarie interessate, il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive”. Oppure “l’infiltrarsi nei servizi di sanificazione che interessano le strutture turistico alberghiere e commerciali”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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