Covid, si cambia: coprifuoco dalle 23, cancellato dal 21 giugno. Recovery: fondi a rischio slittamento
Sei regioni verso la zona bianca se i dati in miglioramento saranno confermati
Dovrebbero entrare in vigore mercoledì 19 maggio le nuove misure del decreto Covid del Governo Draghi. Il coprifuoco dovrebbe slittare alle 23 ed essere definitivamente abolito dal 21 giugno. Sul fronte del Recovery plan l’Unione europea è col fiato sospeso: i Paesi recalcitranti all’approvazione dei fondi europei, come la Finlandia, rischiano di ritardare tutto. Oggi 18 maggio la decisione di Helsinki.
Più libertà la sera
Il divieto di spostamenti dovuti a motivi diversi da quelli di lavoro, necessità o salute, attualmente previsto dalle ore 22 alle 5, sarà ridotto di un’ora. Resterà valido dalle 23 alle 5. A partire dal 7 giugno, sarà valido dalle 24 alle 5. Il premier Draghi ha ricordato, durante il Cdm, che il programma sarà attuato sempre se i dati sul Covid permetteranno l’ammorbidimento graduale della restrizione.
S’intravede la zona bianca
Dal 1 giugno Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna dovrebbero entrare in zona bianca e, se il trend di contagi non cambierà, dal 7 giugno le seguiranno anche Abruzzo, Veneto e Liguria. Lo stabilisce la road map esaminata dalla cabina di regia, a cui hanno partecipato anche il Cts e il premier Draghi. Con il colore bianco le uniche precauzioni che valgono sono indossare le mascherine e tenere il distanziamento. Dal 1 giugno i ristoranti e i bar potranno aprire a pranzo e a cena anche al chiuso e oltre le 18.
Finlandia, il Paese più critico
Mentre l’Italia fa passi decisi verso le riaperture, in Finlandia per il governo di Sanna Marin non sono ore facili. Oggi 18 maggio l’esecutivo deve far approvare il piano nazionale per accettare i fondi europei ma la resistenza dell’opposizione in Parlamento è forte. Sarà necessario l’appoggio esterno della destra moderata per l’approvazione del pacchetto. Si rischia lo slittamento all’autunno del prefinanziamento del 13% dei fondi per la ripresa.
Perché anche l’Italia rischia
Per finanziare il Next generation Eu e farlo partire al più presto la Commissione europea deve indebitarsi sui mercati. Ma per raggiungere questo obiettivo serve il via libera da parte dei Parlamenti nazionali di tutti i 27 Paesi Ue entro fine maggio. Altrimenti slitterà di un mese l’erogazione della prima tranche di sussidi. L’Italia, a cui andrà la fetta più grossa del Recovery fund (il Next generation Eu) sarebbe la più più penalizzata. Pochi giorni fa la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha ricordato come tutto dipenda “dal mese in cui gli Stati ratificano. Noi possiamo andare sui mercati il mese successivo. Se ratificano il 2 giugno, ad esempio, possiamo andare a luglio”.